Galliani: “Credo che siano le ultime tre settimane di Milan per me. Dopo il closing andrò via”.

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“Credo che siano le ultime tre settimane di Milan per me. La mia non è arroganza. Ho fatto solo l’ad, non so fare altro. Non so fare allenatore, sono vecchio e scarso per giocare, quindi sono le ultime settimane di Milan dopo 30 anni. E non c’è possibilità che resti”. L’ad del Milan Adrtiano Galliani ieri è intervenuto a Milan Tv parlando del closing per il passaggio di proprietà fissato al 2 dicembre e conversando con Andry Shevchenko, oggi ct dell’Ucraina e stella del Milan. “Ho trovato una frase di Frida Kahlo molto carina. ‘Niente è assoluto. Tutto cambia, tutto si muove, tutto gira, tutto vola e va via’ – ha sottolineato Galliani -. Quello che abbiamo fatto insieme rimane e la storia sarà meglio della cronaca. È un grande orgoglio tutto ciò che abbiamo vinto in questi trent’anni, abbiamo fatto tanto, tanto, tanto. Abbiamo 28 primi posti, 16 secondi e uno in arrivo di questi due nella prossima Supercoppa”. A proposito del futuro e di una candidatura alla presidenza della Lega di Serie A Galliani ha replicato: “Giuro, parlo seriamente, non ho assolutamente preso nessun tipo di decisione, non ho mai deciso di candidarmi. Penserò a cosa fare in futuro solo dopo che ci saranno i nuovi amministratori che sostituiranno gli attuali. Dovrò ovviamente concordare il tutto con il presidente Berlusconi, con cui abbiamo un rapporto da 37 anni, iniziato il primo novembre 1979, prima del calcio, quando gli vendetti metà della mia Elettronica Industriale e andai per montagne a creare le reti di trasmissione di Canale5 Italia1 e Rete4”. Sui giocatori che hanno caratterizzato i suoi 30 anni di Milan, Galliani ha aggiunto: “Quando penso a Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini è una difesa straordinaria, ma anche la difesa contro la Juve, Costacurta-Nesta-Maldini-Kaladze era un grande reparto. Per non parlare poi del centrocampo con Gattuso, Pirlo, Seedorf, Rui Costa. Poi, Sheva e Inzaghi. Abbiamo avuto 8 Palloni d’Oro, negli anni ’90 avevamo titolare il Pallone d’Oro Van Basten e l’altro Pallone d’Oro Papin in panchina: questo faceva capire la mentalità del Presidente Berlusconi”.