Chelsea: dalla Premier League via libera a Boehly, ma serve l’ok del governo

In attesa che il governo inglese autorizzi l’iter per il passaggio del Chelsea al consorzio guidato dallo statunitense Ted Boehly, la Premier League dà il suo benestare all’operazione, annunciando di aver compiuto tutti i passaggi previsti dal cosiddetto “fit and proper test” su quelli che saranno i futuri proprietari del club londinesi. Ora si attende solo il semaforo verde da Boris Johnson e dal suo governo, specialmente riguardo alla transazione da 4,25 miliardi di sterline (pari a poco meno di 5 miliardi di euro) per rilevare il club da Roman Abramovich. Nelle intenzioni del Regno Unito, che ha inserito il nome dell’oligarca russo tra i destinatari di sanzioni per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’affare non può andare in porto senza la garanzia che non vengano effettuati versamenti diretti sui conti di Abramovich.

«Il consiglio della Premier League – si legge in una nota ufficiale – ha approvato la proposta di acquisizione del Chelsea Football Club da parte del consorzio Todd Boehly/Clearlake. L’acquisto resta subordinato al rilascio da parte del Governo della prescritta licenza di vendita e al soddisfacente completamento delle fasi finali dell’operazione. Il consiglio ha applicato il Premier League’s Owners’ and Directors’ Test (OADT) a tutti i potenziali direttori e ha intrapreso la necessaria due diligence. I membri del consorzio che acquista il club sono affiliati al Clearlake Capital Group, L.P., Todd Boehly, Hansjorg Wyss e Mark Walter. Il Chelsea FC lavorerà ora con i governi competenti per assicurarsi le licenze necessarie per completare l’acquisizione». Plurale d’obbligo, perché Abramovich ha anche il passaporto portoghese e pure l’Unione Europea ha adottato sanzioni nei suoi confronti.

A inizio maggio, tramite un suo portavoce, Abramovich ha ribadito di voler rinunciare al credito da 1,5 miliardi di sterline (circa 1,8 miliardi di euro) maturato in quasi vent’anni di controllo del Chelsea, somma fornita al club sotto forma di prestito. «il sig. Abramovich non ha chiesto che gli venga rimborsato alcun prestito – ipotesi del tutto false – così come le ipotesi secondo cui il sig. Abramovich avrebbe aumentato il prezzo del club all’ultimo minuto. Nell’ambito dell’obiettivo di Abramovich di trovare un buon custode per il Chelsea, ha tuttavia incoraggiato ogni offerente durante questo processo a impegnarsi a investire nel Club, includendo l’Academy, la squadra femminile, la necessaria riqualificazione dello stadio e il mantenimento del lavoro della Chelsea Foundation. A seguito di sanzioni e altre restrizioni imposte al Sig. Abramovich dal Regno Unito dopo aver annunciato la vendita del Club, il prestito è diventato anche soggetto a sanzioni dell’UE, che richiedono ulteriori approvazioni. Ciò significa che i fondi saranno congelati e soggetti a una procedura legale disciplinata dalle autorità».

Stando a quanto comunicato dal Chelsea, l’operazione che porterà al passaggio di proprietà prevede, da parte del consorzio guidato da Boehly, 2,5 miliardi di sterline (più di 2,9 miliardi di euro) per l’acquisizione delle quote, da depositare su un conto congelato nel Regno Unito e con l’intenzione da parte di Abramovich di «donare il 100% in beneficenza». Il resto, pari a 1,75 miliardi di sterline (circa 2 miliardi di euro) servirà per gli investimenti nel club, nell’Academy, nella squadra femminile, nello stadio e nella fondazione. I tempi, però, stringono: già al momento dell’annuncio, lo stesso Chelsea specificava come l’affare dovesse chiudersi entro la fine di maggio. La Football Association, inoltre, deve comunicare alla Uefa entro il 9 giugno i club partecipanti alle competizioni europee. Il Chelsea, qualificatosi alla prossima Champions League, rientra tra questi. Ma serve l’ok del governo per il passaggio al consorzio di Boehly.