La Uefa dichiara guerra alla proprietà di calciatori da parte di fondi e società finanziarie

La Commissione esecutiva della Uefa ha deciso di vietare la proprietà di calciatori da parte di soggetti che non siano società di calcio. Ora la Fifa dovrà emettere un regolamento a livello mondiale che traduca questo principio in un esplicito divieto di forme di proprietà di calciatori di terze parti, una pratica potenzialmente in grado di distorcere l'integrità delle competizioni e che permette speculazioni sui giovani calciatori. La Uefa, in ogni caso, attraverso il Consiglio Strategico del Calcio Professionistico (PFSC), è pronta ad applicare un proprio regolamento che blocchi (con un periodo di transizione di tre-quattro anni) tale pratica nelle proprie competizioni.

"La questione è stata discussa a fondo all'interno del Consiglio Strategico del Calcio Professionistico, che comprende la Uefa e i club europei, le leghe professionistiche e la Divisione europea del sindacato dei calciatori FIFPro – ha dichiarato il segretario generale Uefa Gianni Infantino -. Tale organo ha emesso una raccomandazione in cui auspica il divieto di proprietà di terze parti, e la Commissione Esecutiva ha accolto tale raccomandazione. La Fifa ha partecipato al Consiglio Strategico. Abbiamo discusso del tema, e la Commissione Calcio FIFA, presieduta dal presidente Uefa Michel Platini, ha espresso il medesimo auspicio. Se la Fifa dovesse mutare idea, la Uefa potrebbe applicare un regolamento valido nelle proprie competizioni, così come in Inghilterra e in Francia la proprietà terza è vietata nelle competizioni nazionali”.

Michel Platini è stato categorico sul tema: "Non credo sia positivo che calciatori di diverse squadre appartengono a società finanziarie o a individui. Credo non sia positivo né da un punto di vista etico né morale”.

L'ipotesi di un divieto era già emersa a maggio, quando fu presentata per la prima volta al Consiglio Strategico. "Sappiamo tutti – ha aggiunto Infantino – che la proprietà di calciatori di terze parti comporta molti rischi, e che vi sono questioni legate all'integrità delle competizioni, del fair play finanziario e altro. E' il momento di regolamentare la questione e di assumere una posizione ferma, sebbene ragionevole, offrendo un periodo di transizione per permettere ai club di far fronte alla situazione. La Uefa intende definire un quadro normativo per tutelare i club e prevenire il rischio di fallimento dei club. L'obiettivo è quello di proteggere i club a lungo termine. Significa che i club devono prendere direttamente in mano la questione . Così come i calciatori devono essere padroni del proprio futuro, piuttosto che essere in balìa di soggetti il cui modello d'affari consiste nel realizzare quanti più trasferimenti per ricavarne quanto più denaro possibile, denaro che poi esce dal calcio e dai club”.