Dagli ammortamenti alle plusvalenze, Fisco e Calcio italiano Spa si preparano a firmare la pace

Fisco e Calcio italiano Spa provano a fare pace. All’inizio della prossima settimana, l’agenzia delle Entrate licenzierà una circolare destinata a fare chiarezza su molte questioni che in questi anni hanno creato tensioni, nonché accertamenti milionari, tra l’amministrazione finanziaria e i club.
I contenuti del provvedimento, frutto del tavolo di confronto istituito quasi due anni fa tra Agenzia, Lega e Figc, sono stati in parte anticipati ieri a Milano dal Direttore centrale aggiunto della Direzione Normativa, Giovanni Spalletta, nel corso del convegno "Calcio, gioco o industria?" promosso da Assolombarda. «L’industria del calcio – ha spiegato il vicepresidente di Assolombarda, Carlo Bonomi – ha necessità di risolvere urgentemente alcune questioni fiscali affinché si creino le condizioni generali perché questo settore, che ha una grande realtà e altrettanto grandi potenzialità, possa operare come gli altri grandi competitors europei».
Il sistema del calcio professionistico tricolore, d’altro canto, tra contributi fiscali e previdenziali versa già ogni anno oltre 900 milioni di euro (di cui oltre 200 milioni di Iva e 40 di Irap, oltre a ritenute per 550 milioni), che diventano 1,1 miliardi se si aggiunge il gettito delle scommesse sportive.
Tra i problemi interpretativi che la circolare si avvia a risolvere c’è quello degli ammortamenti dei diritti pluriennali dei calciatori. Premesso che l’Agenzia continuerà a qualificarli come beni immateriali, sarà riconosciuta alle società la possibilità di ricorrere al principio Oic numero 24, per cui considerando i calciatori come beni strumentali di durata limitata si potrà procedere ad ammortamenti a quote non costanti in base agli anni del contratto, bensì decrescenti. Per esempio, per un trentenne con un accordo triennale, si potrà ammortizzare il costo del cartellino con percentuali del 50-25-25 (presumendo che il massimo del rendimento sia concentrato nel primo anno), purché si adottino criteri omogenei e stabili per tutto il parco giocatori.
Restando in ambito di calciomercato, non è più terreno di scontro la tassazione Irap delle eventuali plusvalenze, soprattutto dopo il parere (n. 5285) del Consiglio di Stato che a fine 2012 si è espresso in questa direzione. Così come è stata individuata dall’Agenzia una soluzione di compromesso sulla tassazione dei cosiddetti "diritti di compartecipazione", vale a dire su quei contratti che sempre più spesso accompagnano il trasferimento di giocatori di prospettiva per i quali il club cedente di norma ottiene il diritto a una percentuale dell’eventuale maggior "valore" raggiunto dall’atleta dopo un anno. Su queste somme, per la Figc non andavano pagate Iva e Irap. L’Agenzia che finora li considerava come una sorta di contratto di associazione in partecipazione su cui versare entrambe le imposte, ha riconosciuto che invece si tratta di "derivati", di operazioni di natura finanziaria non soggette all’Iva, ma rilevanti ai soli fini Irap (per cui chi realizza un guadagno deve liquidare l’imposta e la controparte che realizza una minusvalenza può detrarla).
Infine, non saranno più da reputarsi rilevanti ai fini Iva le indennità di formazione e i premi carriera, mentre la circolare rinvia ai contratti individuali la fissazione della sede di lavoro dei calciatori (a tutti gli effetti lavoratori subordinati) in modo da ridurre le potenziali dispute sulla rilevanza reddituale dei servizi (vitto, alloggio e trasporto) offerti loro dalla società e la relativa quota di deducibilità dall’imponibile Ires. Anche il materiale tecnico e non solo fornito dagli sponsor del club ai tesserati non avrà più peso reddituale quale fringe benefit a certe condizioni (deve esserci per l’atleta l’obbligo contrattuale di usare il materiale, l’obbligo di restituzione dei beni e una clausola con penalità in caso contrario).

  • m.bel. |

    Si, il Napoli già segue questa linea da qualche anno

  • m.bel. |

    Si, il Napoli già segue questa linea da qualche anno

  • m.bel. |

    Si, il Napoli già segue questa linea da qualche anno

  • Antonio |

    Ciao Marco, se non mi sbaglio la SSC Napoli iscrive già, nel proprio bilancio, gli ammortamenti pluriennali dei calciatori su base decrescente e non per valori costanti…

  • Antonio |

    Ciao Marco, se non mi sbaglio la SSC Napoli iscrive già, nel proprio bilancio, gli ammortamenti pluriennali dei calciatori su base decrescente e non per valori costanti…

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