Parma, il 9 giugno l’ultima asta: senza offerte si va alle trattative private per salvare la B

Zero su cinque. Anche la quinta asta fallimentare per l’acquisto del Parma Calcio è andata deserta, rinviando il tutto ad un ultimo appuntamento, prima di lasciare alle trattative private le uniche residue speranze per mantenere la categoria. Nessuna offerta, dunque, nonostante il lavoro svolto dai curatori fallimentari per alleggerire il debito sportivo del club. Alla comunicazione della mancata intenzione di riconoscere gli incentivi all’esodo e i premi a giocatori mai scesi in campo con la maglia crociata, si aggiunge anche la volontà della rosa del Parma di rinunciare al 75-80% degli emolumenti arretrati, ma evidentemente non basta per portare avanti delle offerte concrete.

La base di partenza dell’ultima asta, alla quale non è pervenuta alcuna offerta, è stata di 6,32 milioni di euro, cifra alla quale bisogna aggiungere il debito sportivo accumulato dal Parma nelle precedenti gestioni. I tagli e le limature dei curatori fallimentari non hanno portato alcun interessamento per l’acquisto del club, nonostante il tentativo di rendere meno gravosa possibile la situazione debitoria. Il giudice delegato Pietro Rogato, con parere favorevole del comitato dei creditori, ha intanto autorizzato i curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto a proseguire con l’esercizio provvisorio fino al 15 giugno.

Il giudice ha inoltre fissato la data per una nuova ed ultima offerta vincolante da presentare entro il 9 giungo 2015 alle ore 12. Si tratterà dunque dell’ultima asta per decidere il futuro del Parma, ovvero se dovrà ripartire dai dilettanti o se riuscirà quantomeno a salvare il titolo sportivo e ripartire dalla Serie B, campionato di competenza del club ducale allo stato attuale delle cose. Il prezzo di gara è fissato in 4,5 milioni di euro, ai quali bisognerà aggiungere il valore complessivo dei debiti sportivi, sui quali i curatori fallimentari proveranno ad operare ulteriori tagli. Già adesso si aggira intorno ad una cifra inferiore ai trenta milioni di euro, ma non si sa il valore esatto.

Il 9 giugno diventa dunque la data decisiva per il futuro del Parma. Nel caso in cui dovesse andare deserta anche quest’ultima asta, il club emiliano avrebbe solamente una speranza di sopravvivenza, ovvero le trattative private. La tempistica, però, è sempre più stretta. Una corsa contro il tempo per arrivare al 30 giugno e riuscire ad iscriversi usufruendo del paracadute e dei proventi televisivi: si punta a convincere i giocatori ancora restii ad accettare la riduzione degli emolumenti per presentarsi all’ultima asta con un debito sportivo ulteriormente ridotto. Dovesse fallire anche quest’ultimo tentativo, le speranze si ridurrebbero ad un lumicino.