La Chinese Super League cede i diritti tv del quinquennio 2016/2020 a Ti’ao Power per la cifra “monstre” di 1,25 miliardi di dollari

Lo sviluppo del calcio cinese sostenuto dal Governo di Pechino, già raccontato in Goal Economy, continua, nonostante la crisi finanziaria e un certo “rallentamento” della crescita economica del gigante asiatico. Ti’ao Power si è aggiudicata i diritti tv dei match della Chinese Super League per il quinquennio 2016/2020 per 1,25 miliardi di dollari (circa 8 miliardi di yuan). In particolare, per il primo biennio Ti’ao Power pagherà 1 miliardo di yuan (156 milioni di dollari) a stagione per i primi due anni, e 2 miliardi di yuan (313 milioni di dollari) ogni anno per i successivi tre anni. Ti’ao Power ha vinto la gara per la produzione e diffusione di diritti di Super League cinese battendo la concorrenza di altre 8 emittenti, fra cui Great Sports e Guandong TV, e di multinazionali del calibro di IMG e Infront Sports & Media (controllata peraltro dal conglomerato industriale cinese Wanda).

Si tratta di un accordo impressionante considerando sia il valore che fino a pochi anni fa aveva la lega nazionale, sia il fatto che viene superato così il valore del contratto con cui il broadcaster Super sport ha preso nel 2012 i diritti della Premier laegue per il territorio cinese (un miliardo di yuan per il periodo 2013/19). Fino ad ora le partite del massimo campionato cinese erano trasmesse dall’emittente pubblica CCTV (attraverso il canale CCTV 5 Sports Channel) che aveva assunto una sorta di monopolio pagando una cifra (circa 12,5 milioni di dollari, pari a 80 milioni di yuan) di 20 volte inferiore a quella offerta da Ti’ao Power. CCTV, ovvero China Central Television è la più grande rete televisiva della Cina ed è controllata direttamente dal Governo. La Great Sports di Shanghai aveva offerto 4  miliardi di yuan, CCTV 4 e Guangdong Tv 1,7.

Ti’ao Power, guidata dal general manager Zhao Jun, si è aggiudicata a marzo 2015  i diritti delle Nazionali di calcio cinesi offrendo circa 70 milioni di yuan (11 milioni di dollari). Questi diritti verranno ceduti, come quelli del campionato, ad altre emittenti cinesi classiche e alle web tv che stanno ampliando notevolmente il raggio d’azione in Cina. Zhao Jun ha dichiarato infatti che non crede nel modello delle pay per la Cina essendo già falliti molti tentativi di impiantarli nel Paese.