I mondiali russi, l’“okolofutbal” e l’hooliganismo militare

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La prova generale di quel che potrebbe essere la guerriglia dei teppisti, sedicenti tifosi, durante i mondiali russi del 2018 è stata fatta nel giugno di due anni fa a Marsiglia nel corso degli Europei. Tra i protagonisti degli incidenti tra russi e inglesi c’era Alexander Shpryginm, presidente dell’Union of russian fans, l’Associazione panrussa dei tifosi, e membro del comitato moscovita per la Coppa del mondo, già assistente di Igor Lebedev, vice presidente della Duma, la camera bassa del parlamento, e figlio del leader storico dell’estrema destra Vladimir Zhirinovskij.
Soprannominato Comanche, Shprygin, teorizza da sempre la fusione tra calcio e politica: “I tifosi sono un potente strumento di forza del potere. Lo Stato ha da tempo capito che quelle dei tifosi sono le associazioni più di massa e più patriottiche”. Il Cremlino ha incoraggiato l’infiltrazione di vari gruppi politici da parte delle formazioni ultrà: Nashi, Camminiamo Insieme, la Giovane Guardia. Questi gruppi che incarnano estremismo calcistico e politico sono finanziati allo scopo di avvalersene in quanto forze paramilitari in contesti bellici non convenzionali, sulla falsariga dell’esperienza jugoslava. Nella guerra in Ucraina molti ultrà hanno dato manforte agli indipendentisti del Donbass. I «piccoli uomini verdi», come furono denominati per il colore delle loro divise. Le modalità operative di questi gruppi hanno indotto gli esperti di sicurezza a coniare l’espressione hooliganismo militare.
Per le azioni in Francia si sarebbero alleati tutti i gruppi più feroci di quest’area di ultrà dediti ad arti marziali, pugilato e boxe thailandese, per i quali in Russia è stato coniato il termine di “okolofutbal”: Gladiators Firm e Aliens dello Spartak Mosca, Music Hall dello Zenith San Pietroburgo, Sturdy Fighters della Torpedo Mosca, Yaroslavka del Cska Mosca, più i fans del Lokomotiv. C’è stato un vero e proprio reclutamento per scegliere i migliori combattenti.
La guerriglia in Francia è stata catalogata sbrigativamente all’interno all’universo dell’hooliganismo, come il tentativo delle feroci gang russe di umiliare gli inglesi affermando la propria supremazia. Tuttavia, le veementi reazioni del Governo di Mosca agli arresti in Francia hanno evidenziato una valenza più profonda della spedizione punitiva contro le “truppe inglesi”, a cui le crescenti tensioni diplomatiche tra Russia e Gran Bretagna non sono certo estranee. Dopo il fermo dei 43 supporter russi, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva infatti convocato subito l’ambasciatore francese a Mosca, Jean Maurice Ripert, per chiedere spiegazioni e successivamente aveva riferito alla Duma qualificando il fermo dei tifosi russi come “inaccettabile”.
Nel gennaio del 2018, Alexander Shprygin, autoproclamatosi su “Le Parisien” capo degli hooligans russi, ha dettato un vero e proprio vademecum per i tifosi stranieri che si recheranno in Russia. “So che tutti sono preoccupati, isterici. Ma ci saranno misure di sicurezza senza precedenti. E poi i nostri avversari storici sono gli ucraini che non sono qualificati al Mondiale, oppure i croati, nemici dei nostri fratelli della Serbia. Oltre ai polacchi, ma gran parte di loro non avranno il visto per entrare in Russia. I nostri hooligan si focalizzeranno su questi tifosi e non su quelli inglesi e francesi. Gli inglesi li abbiamo dimenticati da tempo, ma forse loro non hanno dimenticato i fatti di Marsiglia. Ai francesi darò il benvenuto, ma se vogliono battersi, consiglio loro di farlo in occasione delle gare europee dei club. Razzismo? Non va cercato dove non ce n’è. In Russia non c’è razzismo, perché non abbiamo mai avuto schiavitù o colonie. I neri sono talmente rari da noi da essere una curiosità. L’altro giorno ne ho incrociato uno con il colbacco che mi chiedeva indicazioni: è stato troppo divertente. Neri, rossi, gialli, rosa sono tutti benvenuti da noi. Ma i gay devono rispettare la cultura del paese che visitano. Magari puoi venire con il tuo amichetto, prenotare la stessa stanza d’hotel, ma non baciarlo o tenergli la mano in Piazza Rossa”.
Intanto, i russi stringono alleanze antinglesi. A Buenos Aires, a fine gennaio, si sono incontrati esponenti delle barra bravas di Boca, San Lorenzo, Nueva Chica e Velez con ultrà di Dinamo Mosca e Zenit per siglare un patto di sangue con la scusa delle Malvinas. Il 22 febbraio, prima di Bilbao-Spartak Mosca di Europa League è stato ucciso un poliziotto basco vittima di un arresto cardiaco. Il Governo di Mosca è corso ai ripari mediaticamente con una legge più severa che dal 2017 impone ai violenti condanne dagli 8 ai 15 anni. Almeno le apparenze sono salve.

  • Luca |

    Speriamo bene, gli incidenti sono il cancro dello sport

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