È fallito il tentativo di conciliazione tra gli avvocati della Federcalcio, Luigi Medugno e Letizia Mazzarelli, e quelli del tecnico della Juventus Antonio Conte, Giulia Bongiorno, Luigi Chiappero e Antonio De Rensis. Davanti al collegio arbitrale del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, presieduto da Massimo Zaccheo, le parti hanno discusso, per due ore, prima sulle varie istanze istruttorie e poi sono entrati nel merito del ricorso contro la squalifica di 10 mesi inflitta all'allenatore dalla Commissione Disciplinare e confermata dalla Corte di Giustizia federale nell'ambito del processo al Calcioscommesse, per fatti risalenti a quando Conte sedeva sulla panchina del Siena. Gli arbitri decideranno ora se ammettere le prove testimoniali richieste dagli avvocati di Conte (l'audizione dell'ex calciatore del Siena, Salvatore Mastronunzio, dell'allora medico sociale del club toscano e dell'ex collaboratore di Conte, Cristian Stellini) e da quelli della Figc (il controinterrogatorio di Stellini e l'audizione del pentito Filippo Carobbio).
Acquisita le autorizzazione dei entrambe le parti, il collegio ha inoltre deciso di rendere noto il dispositivo del lodo entro il 7 ottobre e il lodo completo delle motivazioni entro il 15 novembre 2012. In caso di ammissione delle prove testimoniali il dispositivo potrebbe comunque slittare.
La difesa di Conte. "Mastronunzio può ribaltare il processo: ho sentito strane cose, ma il nostro obiettivo é il proscioglimento e siccome per la Corte di Giustizia Federale Conte mente perché ha avuto un ruolo attivo nella combine omettendo di far giocare Mastronunzio, noi abbiamo insistito sull'audizione del calciatore e chiesto al collegio arbitrale di verificare se ci fosse o no un problema medico". L'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Antonio Conte, ha spiegato così la linea difensiva tenuta oggi davanti al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport del Coni (Tnas).
La linea della Figc. Diversa la versione fornita dall'avvocato della Federcalcio: "L'episodio Mastronunzio é sostanzialmente irrilevante rispetto all'illecito contestato – ha spiegato Luigi Medugno all'uscita dagli uffici del Tnas, dove l'udienza é durata due ore esatte – perché viene citato nella sentenza della Corte di Giustizia Federale unicamente per esprimere dissenso rispetto all'incolpazione originaria (l'omessa denuncia della combine di AlbinoLeffe-Siena del maggio 2011) e prefigurare il sospetto di un concorso attivo, che però non é stato minimamente valorizzato perché Conte é stato perseguito e sanzionato solo per omessa denuncia. Laddove ci fosse stato da parte dell'allenatore un deliberato allontanamento di Mastronunzio dalla prima squadra ci troveremmo di fronte a un illecito sportivo che nessuno ha contestato». Secondo Medugno, anche il certificato medico presentato dagli avvocati della difesa per testare l'indisponibilità del calciatore nella settimana precedente la partita AlbinoLeffe-Siena é ininfluente, così come la richiesta di ascoltare il medico del Siena: "La prova dell'infortunio – ha osservato l'avvocato della Federcalcio – deve essere offerta nei modi previsti dalla legislazione vigente, articolo 7 della legge 91, cioé attraverso l'esibizione della scheda sanitaria che raccoglie tutte le informazioni relative ad eventuali infortuni del calciatore. Non é una prova che può essere fornita attraverso una testimonianza, quindi é perfettamente inutile che il medico venga a riferire ciò che ricorda". Oltre a Mastronunzio e al medico sociale del Siena, gli avvocati di Conte hanno chiesto anche l'audizione dell'ex collaboratore tecnico bianconero Cristian Stellini, protagonista attivo della combine. "Noi
siamo favorevoli – ha spiegato Medugno – ma ovviamente con l'integrazione delle domande da formulare perché la dichiarazione confessoria resa da Stellini accenna solo al primo capitolo della vicenda in questione, quanto occorso al termine della gara d'andata tra Siena-AlbinoLeffe. E comunque, laddove il collegio arbitrale decidesse di ammettere la testimonianza di Stellini, noi chiediamo che venga udito anche Carobbio, una richiesta che dovrebbe incontrare anche l'esigenza prospettata dalla difesa di Conte, che nel corso del procedimento si era lamentata di non aver avuto l'opportunità di contrastare le dichiarazioni di Carobbio".