A conclusione di una lunga giornata di assemblea i 20 presidenti delle società di serie A hanno raggiunto un accordo per la ripartizione dei diritti tv per il triennio 2012-2015. La decisione dovrà essere ratificata nell'assemblea in programma la prossima settimana. "Per quest'anno – ha precisato il presidente, Maurizio Beretta – si seguiranno i criteri del 2011-2012, i primi due anni di applicazione della legge Melandri, con la novità di un paracadute di 30 milioni di euro previsto per le tre retrocesse. Nel biennio successivo i ricavi incrementali previsti saranno assegnati alle prime dieci della classifica.
"Fondamentalmente per quest'anno avremo un monte dei diritti tv pari a circa 840 milioni di euro. Per il prossimo biennio è invece previsto un incremento di 17 milioni e di 24 milioni, che saranno tutti utilizzati in chiave meritocratica e divisi tra le prime 10 squadre classificate. Complessivamente, aumenta pure il cosiddetto paracadute per le tre squadre retrocesse, che sarà pari a 30 milioni di euro, mentre prima andava tra i 7,5 e i 22 milioni".
I dissidenti. Tra le 20 società di serie A è comunque emersa qualche posizione contrastante. Ad esempio, il Chievo ha fatto sapere di voler impugnare la decisione presa oggi. "Il Chievo – ha chiarito Beretta – ha presentato una proposta di aumentare la parte uguale per tutti e di rivedere completamente tutti gli altri parametri di redistribuzione. Una proposta che non è stata accolta, così come non erano passate al voto le altre due, una presentata dalle sei grandi e una dell'Udinese".
I parametri. Con la stagione in corso è entrato in vigore il nuovo contratto triennale, che comporta un incremento delle risorse disponibili dagli 866 milioni di euro della stagione scorsa, fino ai 1.006 milioni della stagione 2014-2015. Per la stagione 2012-2013 l’importo totale da ripartire è di 966 milioni. La cifra netta viene così suddivisa: 40% in parti uguali; 30% sulla base del bacino d’utenza (25% sulla base dei sostenitori e 5% sulla base della popolazione residente nel Comune in cui gioca la squadra); 30% sulla base dei risultati ottenuti dalla squadra (5% sulla base dei risultati della stagione, 15% sulla base dei risultati del quinquennio precedente, 10% sulla base dei risultati storici dal 1946/47).
L'ipotesi di ripartizione tra i 20 club. Euro più euro meno, se fosse confermata la scelta degli attuali criteri, nelle prossime stagioni alla Juventus dovrebbero andare più di 100 milioni, alle milanesi poco meno di 90, al Napoli e alla Roma circa 65. La Lazio dovrebbe incassare poco più di 50 milioni, la Fiorentina 45, Udinese e Palermo intorno ai 40. Più in basso nella graduatoria si trovano Genoa, Bologna, Cagliari, Atalanta e Catania che potranno contare su circa 35 milioni a testa. Circa 32 milioni rappresentano l'introito tv del Parma, mentre qualcosa in meno andrà al Chievo (29) e al Siena (27). Tra le neopromosse la regina è senz'altro la Sampdoria con circa 37 milioni. Il Torino dovrà "accontentarsi" di 34 milioni. Fanalino di coda è il Pescara con circa 24 milioni.