Altro che fair play finanziario. La Lega Pro fa sul serio con l'equilibrio dei conti e in vista del nuovo format a 60 squadre (ripartire in tre gironi per un'unica Divisione) che debutterà nella stagione 2014/15, punta a implementare da subito un regime di assoluto rigore sul piano economico. Non saranno più tollerati, inadempimenti nei pagamenti di ingaggi e imposte, default "annunciari" e forme di concorrenza sleale fra le società. Perchè la rivoluzione culturale imposta alla nuova Lega Pro sarà incentrata su una prospettiva sempre più aziendalistica e sempre meno "filantropica" dell'investimento sportivo. Questo è l'obiettivo del direttore generale Francesco Ghirelli.
La vostra strategia è assolutamente condivisibile, direttore, ma con quali strumenti pensate di renderla operativa? Non c'erano state già riforme per tutelare i conti delle società della vecchia serie C?
In questi anni abbiamo provato a introdurre regole certe e rigorose. Ma non sono sufficienti per sottrarre le società dalla morsa della crisi che ha condotto al fallimento decine di realtà negli ultimi anni. Per questo c'è bisogno di un piano industriale che le società devono presentare e al quale devono attenersi. Le licenze nazionali non saranno più annuali, ma triennali. Ma i club dovranno predisporre un budget che non ha limiti economici, niente salary cap, ma dovrà essere costantemente garantito.
In che modo?
Con una la fideiussione per l'iscrizione al nuovo campionato che sarà per tutti di 600mila euro (nella stagione 2013/14 sarà pari a 400mila per Seconda Divisione e 600mila per la Prima Divisione, ndr). Dopo ci che ci saranno controlli trimestrali sui conti da parte della Covisoc e le società inadempienti avranno l'obbligo di ripianare entro 30 giorni ogni debito.
E in caso di inottemperanza a quest'obbligo?
Per la prima volta la Lega Pro avrà il potere di bloccare le risorse erogate al club imponendogli un vincolo di indisponibilità. Si tratta di risorse non irrilevanti come i 16 milioni di contributi della Figc per l'impiego dei giovani o quelli derivanti dalla legge Melandri. La Lega Pro potrà utilizzare questi soldi per pagare direttamente i tesserati senza stipendio. Mentre potrà sanzionare con penalizzazioni in classifica il club moroso e, soprattutto, elevare del 10% per ogni sconfinamento non ripianto, la fideiussione per il campionato successivo.
Ma per quei presidenti che, diciamo così, fanno i furbi, strapagando i calciatori migliori per vincere subito senza badare all'equilibrio di lungo periodo?
Abbiamo pensato anche a questo. Finora la Lega Pro poteva solo controllare la regolarità formale dei contratti. D'ora in avanti il controllo diventa sostanziale. Le società che hanno un monte salari superiore al budget disponibile dovranno garantirlo con una fideiussione ad hoc. Se questo non avviene e non c'è la "copertura", la Lega Pro non ratificherà i contratti e dunque i calciatori ingaggiati extra-budget non potranno essere tesserati e non scenderanno in campo. Per ottenere l'iscrizione, poi, dovranno essere pagati tutti gli stipendi fino a maggio, quindi fino alla fine del torneo precedente, come dovrà essere certificato il pagamento dell'Iva fino al dicembre precedente. Mentre è accaduto spesso in questi anni che arrivassero dalle B squadre con obblighi di pagamenti Iva inevasi molto consistenti e tali da pregiudicarne la sopravvivenza.
Blindare finanziariamente i club è fondamentale, anche se, se non arriveranno risorse fresche, potrebbe rivelarsi uno sforzo vano. Lei come immagina, in ogni caso, la fututa Lega Pro?
Come un campionato radicato sul territorio, con costi notevolmente ridotti, ma che investe sui giovani e li fa crescere. Questa è la nostra mission.