Il futuro dell'Inter potrebbe passare da Lugano e da Astana. Tra i tanti rumors circolati nelle ultime settimane è questo al momento quello più solido. Perchè la solidità è il requisito essenziale di tutta questa operazione che vede nel gruppo Mabetex della famiglia Pacolli il partner strategico per la costruzione del nuovo stadio e oligarchi dell'ex Repubblica sovietica come possibili nuovi azionisti del club nerazzurro.
Ma andiamo con ordine. Sfumato l'interessamento dei cinesi di China Corporation per la realizzazione dell'impianto, Massimo Moratti si è messo alla ricerca di partner funzionali al progetto. Già lo scorso autunno ha incontrato a Lugano, i rappresentanti della famiglia Pacolli, Behgjet Pacolli.
La Mabetex è attivissima nell'est Europa dove ha realizzato numerose opere, dalla ristrutturazione del Parlamento russo e della Russian Opera House, ad hotel ed edifici di lusso nella capitale moscovita. Ma il centro degli intessi della Mabetex, forte di legami con l'oligarchia locale a partire dal, presidente Nursaltan Nazarbayev, è proprio in Kazakistan. Nella capitale Astana sono stati edificati e messi a posto più di un milione di metri quadrati, la residenza presidenziale e anche con impianti sportivi come il Velodrome.
Anche in Italia, a Venezia, Mabetex ha già operato per la ristrutturazione del Teatro La Fenice. E in Uzbekistan, il gruppo ha vinto il progetto per la costruzione della City Hall.
Behgjet Pacolli è presidente e proprietario dell'azienda, fondata nel '91 e oggi un vero player globale con 18 filiali in 16 paesi. Pacolli è stato il presidente della Repubblica del Kosovo, per cui ha firmato nel 2008 il documento d'indipendenza ed è accreditato di una ricchezza del valore di tre miliardi di euro (è stato sposato con la cantante Anna Oxa dal '99 al 2002).
La Mabetex, dunque, vorrebbe costruire il nuovo stadio interista per il quale si stanno individuando le aree e si sta procedendo alla valutazioni di fattibilità urbanistica e finanziaria (dovrebbe vedere la luce per il 2017-18).
Servono però capitali freschi. Sistemata la Saras (che si avvia a chiudere il bilancio 2012 a -90 milioni) con l'ingresso, per 180 milioni di euro, dei russi della Rosfnet nel capitale (con una quota del 20%), Moratti potrebbe cedere anche una quota del capitale del club per cui nel corso della sua presidenza ha speso oltre 1,5 miliardi.
Data la sfavorevole congiuntura difficilmente l'Inter potrebbe trovare le risorse nel sistema bancario (per uno stadio da oltre 60mila posti servono almeno 300 milioni), per cui la cessione delle quote sarebbe legata a questo obiettivo. La Mabetex oltre a costruire lo stadio (a San Donato o Rho) porterebbe in dote a Moratti un socio dal Kazakistan. In cambio del sostegno economico gli investitori potrebbero acquisire, come detto, una quota dell'Inter ovvero potrebbe essere creata una società ad hoc, per la costruzione e la gestione dell'impianto, con la partecipazione dell'Inter, di Mabetex e dei finanziatori esteri. Le trattative sono in corso. Entro l'estate potrebbe esserci la svolta.