Partite di serie A manipolate per 700mila euro. L’escalation dell’inchiesta sul calcioscommesse della Procura di Cremona "Last Bet", che dal 1° giugno 2011 in varie fasi ha portato all’arresto di 54 persone e a indagini su più di 120, non è giunta inattesa. Ma il coinvolgimento di un ex campione del mondo come Rino Gattuso («Non ho mai pensato di truccare una partita. Se venisse dimostrato sono disposto ad andare in piazza ad ammazzarmi», queste le sue parole dopo aver appreso della perquisizione del suo appartamento a Gallarate ieri all’alba) apre scenari inquietanti per il livello delle "presunte" responsabilità che riportano alla mente il primo scandalo sui match truccati del 1980. La svolta di ieri ha condotto all’arresto di quattro persone e alla pesante accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva per una ventina di persone, tra cui l’ex laziale Cristian Brocchi. I sospetti degli inquirenti si addensano su «una trentina di partite di Serie A». In totale sono una novantina i match finiti sott’osservazione, anche perchè il Tribunale di Cremona ritiene che il reato di frode sportiva (articolo 1 della legge 401/89) a parte i casi espliciti di corruzione si estende anche ai "biscotti", vale a dire «alle partite, oggetto delle scommesse, i cui risultati preannunciati potrebbero essere frutto soltanto della semplice negoziazione tra le due squadre contendenti». Tra gli arrestati ci sono anche i due "mister X" indicati nelle precedenti tranche dell’inchiesta, Salvatore Spadaro e Francesco Bazzani, che risulterebbero come il collegamento fra club, giocatori e giro delle scommesse clandestine. Come hanno spiegato ieri il gip Guido Salvini e il procuratore Roberto Di Martino, la disclosure si è resa necessaria per «la gravità, l’importanza, il numero degli episodi contestati», che evidenziano la pericolosità degli indagati, «e il concreto pericolo che contribuiscano ad ulteriori manipolazioni dei campionati in corso». Molti dei nuovi illeciti contestati sono stati commessi nel 2013 (le ipotetiche combine più recenti riguardano lo scorso torneo di Serie B e di Lega Pro), «e quindi ad indagini iniziate e ad arresti da tempo avvenuti, rappresentando una ripresa dell’attività di manipolazione». Dalle intercettazioni emerge come gli intermediatori, appunto Spadaro e Bazzani, per taroccare le partite «chiedevano fino a 700mila euro». Tra le utenze di Cristian Brocchi, all’epoca nella Lazio, e di Francesco Bazzani, detto il "Civ", per esempio, «sono emersi 110 contatti» che, scrive il gip Salvini, «vanno dal 22 gennaio 2011 e si protraggono fino al mese di maggio. Tra i contatti più significativi quelli che precedono la partita Bologna-Lazio del 23 gennaio 2011, terminata 3 a 1, punteggio che costituisce un over 3,5, così appetito dagli scommettitori». Ma, secondo il gip, sono «ancora più significativi i contatti che si riferiscono alla partita Lazio-Juventus del 2 maggio 2011 terminata con la sconfitta casalinga della Lazio per 0 a 1. E ancora, durante la partita Udinese-Lazio dell’8 maggio 2011 vinta dai friulani per 2 a 1, il portiere dei padroni di casa ha parato un rigore tirato da Mauro Zarate sulla cui esecuzione, quasi inoffensiva, si rimanda ai filmati». Le decisioni di ieri, come sottolinea l’ordinanza cautelare firmata da Salvini, vanno comunque inquadrate nel procedimento (che si chiuderà nel 2014) scaturito dal giugno 2011 in seguito alle verifiche sui gruppi dei "Bolognesi" (con a capo Beppe Signori) e degli "Zingari" di Ilievsky e Gegic e che si è arricchito in questi mesi dei riscontri acquisiti dall’estero. I gruppi attivi in Italia sono da considerarsi come componenti di una più ampia organizzazione "internazionale" che fa base a Singapore, ormai la vera capitale mondiale del betting (legale e clandestino). «L’arresto avvenuto a Singapore di Tan Seet Eng e di altre 13 persone lo scorso settembre – si legge ancora nel provvedimento del gip di Cremona – è il nuovo dato estremamente significativo che, seppur formalmente ancora ai margini della presente indagine, non può essere letto se non come una piena conferma degli elementi raccolti dall’Autorità giudiziaria italiana nel tempo in merito alla organizzazione transazionale che dirigeva le mosse dei suoi inviati in Italia e rendeva possibile la corruzione dei giocatori di squadre anche sconosciute o pochissimo conosciuta all’estero». Le accuse, concludono gli inquirenti, «riguardano la manipolazione di un gran numero di partite in molti Paesi e ad altissimo livello sino a progettare, a quanto sembra, un piano di interventi illeciti sui prossimi campionati del mondo che si svolgeranno in Brasile».
(Dal Sole 24 Ore del 18 dicembre 2013)