Aria di crisi sulla via Emilia. Il Parma, ultimo in classifica in serie A e alle prese con una crisi economica che si aggrava con il passare dei giorni, è stato accostato negli ultimi giorni al petroliere albanese Rezart Taçi. Un interessamento che non si è concretizzato e che lascia al momento il club nelle mani di Ghirardi alla ricerca di un “cavaliere bianco”. Un passaggio di proprietà che invece è avvenuto a Bologna, con l’americano Joe Tacopina che ha preso il controllo del club rossoblù, attualmente in serie B. L’entusiasmo dei primi giorni è però andato scemando, complici alcune “divergenze” con la vecchia proprietà riguardo alla fideiussione da presentare a garanzia dell’aumento di capitale.
Parma viaggia verso penalizzazioni e default. La crisi del Parma non è un problema legato soltanto a risultati e prestazioni. Nel 2013 il club ducale ha perso “solo” 3,2 milioni (-2,4 nel 2012) grazie a proventi straordinari per circa 31 milioni derivanti dalla cessione del brand, creando una plusvalenza di 22,7 milioni. Nel bilancio al 30 giugno 2013 (quello relativo al 30 giugno 2014 non è stato ancora depositato al registro imprese), infatti, emerge da un lato un calo del fatturato di quasi il 20% (da 101 a 83 milioni) e dall’altro lato un analogo incremento dei costi della produzione da 87,8 a 104,4 milioni. Una situazione legata soprattutto all’incremento degli ammortamenti che, con 49 calciatori ufficialmente a libro paga, hanno raggiunto nel 2013 quota 29 milioni, cifra che con ogni probabilità (insieme al “boom” dei tesserati) è aumentata nel 2014. A ciò va aggiunta la grana legata al mancato pagamento degli stipendi nell’ultimo trimestre (luglio-settembre-agosto). Ieri sarebbero stati versati solo gli ingaggi di un mese e a questo punto sembra ineluttabile, dopo il diniego della licenza Uefa per l’Europa league per analoghe ragioni, una penalizzazione in campionato. Questo è lo scenario presentato a Rezart Taçi, imprenditore albanese che ha manifestato interesse all’acquisto del club: una trattativa che però per il momento non trova sbocchi, anche a causa della situazione debitoria del Parma. Sempre nel 2013, il club di Ghirardi ha iscritto a bilancio un totale debiti di 175 milioni, circa 40 milioni in più rispetto all’esercizio precedente. L’ingresso di nuovi soci nel capitale (come la partnership commerciale siglata ad aprile con Energy T.I.Group che si è impegnata a versare 2,5 milioni al Parma per 10 anni entrando nell’azionariato col 10%) e la politica dei turbo-tesseramenti con “prestiti” a società satellite (come Nova Gorica e Gubbio) alla ricerca di salvifiche plusvalenze, insomma, non ha dato frutti e tornano, per i tifosi, gli spauracchi del crac Parmalat.
Bologna a caccia di fideiussioni. Non se la passa meglio il Bologna “nordamericano”, che con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale aveva comunicato di aver trovato un accordo con la vecchia proprietà per posticipare il termine di presentazione della fideiussione bancaria a garanzia dell’aumento di capitale. Notizia smentita però dall’ex presidente emiliano Albano Guaraldi. Bologna 2010, stando a quanto fatto sapere da Guaraldi tramite il proprio legale, non avrebbe infatti concesso alcuna proroga. In caso di mancato accordo, il Bologna potrebbe tornare a Guaraldi, come dichiarato dall’avvocato Gianluigi Serafini: “Bfc 1909 Usa (la cordata che fa riferimento a Tacopina, ndr) si è limitata a indicare come possibile prestatore della fideiussione bancaria prevista dal contratto a garanzia del versamento integrale dell’aumento di capitale di Bologna Fc, un istituto di credito che non aveva nel modo più assoluto le caratteristiche di primario istituto bancario come previsto nel contratto di investimento. Allo stato non è stato raggiunto né definito nessun accordo che preveda la proroga”. Lo stesso Guaraldi, in una nota diffusa ieri, ha accusato Tacopina di non aver rispettato gli accordi: “Tacopina – si legge nella nota – non ha prodotto nei termini stabiliti del 15 novembre 2014 la fidejussione di euro 5.874.200, violando il contratto relativo alla cessione del Bologna Fc 1909”. Intanto ha preso forma il nuovo cda del Bologna Calcio che include tra gli altri Joey Saputo e Claudio Fenucci, il socio forte canadese e il futuro amministratore delegato.