Altro che intento benefico: le partite giocate da “Messi ed i suoi amici” contro il resto del mondo, disputatesi in quattro Paesi del continente americano nelle estati del 2012 e 2013, avrebbero avuto ben altre finalità. Ovvero, nascondere una rete di aziende e di trasferimenti di capitali verso paradisi fiscali come Curacao (sud-est dei Caraibi) ed Hong Kong (Cina). Sarebbe questo il risultato delle indagini svolte dall’Unità operativa centrale (Uco) della Guardia Civil che metterebbe di nuovo dei guai Lionel Messi, già finito in passato nel mirino della giustizia spagnola con l’accusa di presunta frode fiscale per la mancata dichiarazione, negli esercizi fiscali del 2007, 2008 e 2009, degli introiti ricevuti dallo sfruttamento della propria immagine.
A mettere nei guai la stella del Barcellona sarebbe stato l’impresario argentino Guillermo Marin, che ha rappresentato la Pulce in questi eventi. L’uomo sarebbe caduto in gravi contraddizioni nelle dichiarazioni rese lo scorso giugno a Madrid alla Guardia Civil, che indaga su presunti reati fiscali legati a questi incontri, negando prima qualunque compenso in denaro a Messi, ammettendo poi che alla fondazione del fuoriclasse argentino furono versati un totale di 300mila dollari (266mila euro), fino alla rivelazione choc di aver depositato, presso la First Caribbean International Bank di Curacao una non precisata cifra di denaro. Marin non ha voluto specificare il nome dell’intestatario del conto, rendendosi in seguito irreperibile. Gli investigatori hanno chiesto al Tribunale di Madrid, titolare dell’indagine, di inviare a Curacao una commissione che faccia luce sulla vicenda.
Secondo El Pais, gli investigatori avrebbero scoperto che la somma inviata a Curacao è molto più alta rispetto ai 300mila dollari di cui ha parlato Marin e che solo le due partite giocate da Messi in Colombia avrebbero generato cinque versamenti sul conto di Curacao per un totale di oltre un milione di euro. I bonifici sarebbero stati disposti dallo stesso Marin per conto della società Total Conciertos. La Guardia Civil sospetta inoltre che altri trasferimenti sospetti di denaro siano stati effettuati tramite un conto ad Hong Kong: alcuni testimoni, sentiti nell’ambito dell’inchiesta, avrebbero infatti parlato di «quattro meloni», ovvero quattro milioni di dollari, che Messi avrebbe ricevuto per questi incontri. La star blaugrana è obbligato a pagare le tasse in Spagna, essendo residente a Barcellona, e occultare al fisco una cifra superiore ai 120mila euro fa scattare l’accusa di delitto fiscale.