Giallo Collecchio. Più passano le ore, e più si avvicina il termine per la messa in mora del club da parte dei giocatori che non ricevono lo stipendio da mesi, e metà febbraio, più la situazione sembra precipitare. Nello scorso week-end si è presentato a squadra e giornalisti il nuovo (presunto) proprietario Giampietro Manenti. Nato a Bollate, ha 45 anni e abita in un altro paese dell’interland milanese, Limbiate. Negli anni scorsi ha cercato di entrare nel mondo del calcio corteggiando prima il Pro Vercelli e poi il Brescia, ma è sempre stato rifiutato. Manenti si presenta come il presidente di una società italo-slovena con sede a Nova Gorica e lascia intendere di avere soci di Paesi dell’Est e una sorta di “cointeressenza” niente poco di meno che con il gruppo petrolifero russo Gazprom. Come i colleghi di quotidiani e siti cittadini hanno messo in luce dalle visure camerali Manenti risulta essere titolare di due imprese in Italia ed una in Slovenia, appena oltre il confine. In Italia possiede la Manenti Giampietro, impresa individuale che si occupa di pulizie, e la Medical Manenti srl, società inattiva. Per quanto riguarda la Mapi Grup d.o.o. (ovvero una srl), di Nova Gorica, risulta fondata nell’aprile del 2013, si occupa di “consulenza aziendale” e ha un capitale di 7.500 euro. Nell’ultimo bilancio ha registrato un giro di affari di zero euro, non ha dipendenti, ma perde 728 euro ed ha 71mila euro di debiti. Non ha alcun organo di controllo dei bilanci. La sede – a cercarla su Google Map – è una vecchia casetta incastrata fra capannoni della zona industriale di Nova Gorica. Un anno fa, giornalisti del Corriere della Sera andarono a fare una visita e la trovarono abitata da gentili anziani. C’è da rimpiangere il negozietto di orologi di Pietro Doca a Piacenza e la sua cipriota Dastraso. Non ci sono formalmente soci russi o ucraini, ma solo Manenti e una certa Maria Isabella Camporesi di Marina di Carrara: Mapi Grup è loro, al 50% ciascuno. Nel 2013 al posto della signora Camporesi c’era un certo Giacinto Rosini di Civitavecchia. Le cronache ricordano Camporesi per un processo per truffa e associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta nel 2002 a Ferrara, che si concluse con una assoluzione piena, e un rinvio a giudizio per truffa nel 2011 a Carrara.
Al centro sportivo di Collecchio si è riunita, ad ogni modo, l’assemblea dei soci del club crociato che ha investito nel ruolo di presidente e, per ora, anche amministratore unico, Giampietro Manenti. Ai soci di minoranza Manenti avrebbe assicurato la presenza di un portafoglio economico in grado di rispondere efficacemente alle prossime scadenze, come quella del prossimo 16 febbraio, quando dovranno essere pagate le pendenze fiscali e gli stipendi dei tesserati. All’uscita dal centro sportivo, dove la squadra ha terminato il contemporaneo allenamento, Pietro Doca, il gioielliere piacentino scelto dal petroliere albanese Rezart Taci come presidente della Dastraso Holding ha rivelato che la società è stata pagata e rivenduta per un euro. “Perché il problema sono i debiti. Perché ci siamo ritirati? Abbiamo trovato una situazione molto più grave. Duecento milioni di debiti? Non lo so, ma la situazione è molto grave”.
Sono state convocate ufficialmente le assemblee straordinarie dei soci di Eventi Sportivi Spa e Parma Fc giovedì 19 febbraio (in prima convocazione) e venerdì 20 febbraio (in seconda convocazione). In quella sede, come da statuto, verranno nominati i componenti dei nuovi CdA con il conferimento dei relativi poteri. Mercoledì 11 febbraio alle 14.30 nella sala stampa dello stadio Tardini ci sarà la presentazione ufficiale della nuova proprietà.
Il collegamento più concreto tra Nova Gorica e Parma è l’alleanza, se non una sorta di controllo di fatto, che il club all’epoca guidato da Tommaso Ghirardi ha stabilito con il club sloveno nel 2013 quando è venuto meno lo storico sponsor, il gruppo HiT, gestore di casinò e alberghi. Alleanza sancita dal prestito di molti calciatori e dall’invio da Collecchio dell’allenatore Apolloni, ex difensore parmigiano, il vice Bruno Redolfi e di alcuni dirigenti. Anche all’epoca voci insistenti, ad esempio, sostenevano che alle spalle del progetto ci fosse anche lo zampino del potentissimo proprietario dell’Anzhi, Sulejman Kerimov, che nella squadra russa staccando un assegna da 20 milioni di euro a stagione il fuoriclasse camerunense Eto’o.
Intanto, Manenti rassicura tutti: “Sarà una corsa contro il tempo, ma alla fine pagheremo tutto. La voglia è tantissima, abbiamo preso il Parma alla soglia di una scadenza importantissima, è un momento topico per questo club. I giocatori vengono da un periodo turbolento, ma secondo me sono andati via soddisfatti dal colloquio fatto. Da professionisti non hanno chiesto lo stipendio, piuttosto di salvare la situazione. Certamente il nostro impegno è di rispettare le scadenze: quelle Irpef e quelle legate agli stipendi. Perchè Parma? E’ una delle principali società italiane, già a ottobre avevamo cercato un contatto con Ghirardi ma non era andato a buon fine. Nell’affare cercheremo di coinvolgere società italiane e estere. Ma lo dico: pagheremo tutto”.
“La situazione Parma è in costante movimento, non più tardi di 15 giorni fa abbiamo incontrato squadra e presidente, ma oggi sembra esserci un’altra proprietà. Da mesi la squadra aspetta risposte concrete che sembrano siano state ripromesse di recente. Sappiamo che la scadenza dei controlli federali è fissata per il 16 febbraio, c’è il rischio di ulteriore penalizzazione di punti”, ha detto oggi Tommasi, a Radio anch’io lo sport (su RadioRai), parlando della situazione del club emiliano. “C’è da fare una seria riflessione sui controlli e sul tipo di gestione delle società va tutelata la professionalità dei giocatori, la serietà e la credibilità di un campionato che non può permettersi queste situazioni. Bisogna tutelare i giocatori che stanno dimostrando serietà e professionalità. Nessuno pensi che, solo perchè il Parma si trova in difficoltà, possa accadere di tutto. Non vogliamo far entrare nel nostro sistema persone che potrebbero approfittare della situazione. Nell’Nba, per garantire la regolarità del campionato, non sono le singole società a pagare gli stipendi, ma la Lega, che garantisce a tutti le stesse condizioni di gioco. Questo è un tema ampio, nel quale credo molto, ma ritengo sia lontano anni luce”.