Il campionato ellenico nella stagione appena conclusa, con lo scudetto numero 42 conquistato dall’Olympiakos, è stato caratterizzato da un doppio “exploit”: la recrudescenza di fenomeni di violenza e il fallimento in corsa di due club che per motivi finanziari hanno abbandonato il torneo.
Il 25 febbraio scorso il Governo di Atene ha sospeso a tempo indeterminato il campionato dopo gli scontri verificatisi in due derby, quello tra Panathinaikos e Olympiakos e quello tra Larissa e Olympiakos Volou, per farlo poi ripartire, il 4 marzo, con l’obbligo per i club coinvolti.di disputare gli incontri a porte chiuse
Il Niki Volos è stato costretto a lasciare la Super League dopo le prime 14 giornate di campionato per problemi finanziari perdendo a tavolino le successive 20 partite e subendo anche una penalizzazione di 13 punti in classifica. La squadra ha chiuso il torneo all’ultimo posto ed è retrocessa in seconda divisione. Ha resistito un po’ di più, 29 giornate, l’Ofi Creta, ritiratosi sempre per cause finanziarie dal campionato a marzo dopo aver subito 29 punti di penalizzazione. Il ritiro dell’Ofi è stato annunciato in diretta televisiva da Nikos Machlas, ex giocatore e attuale dirigente del club, che non ha risparmiato critiche alla federcalcio ellenica, colpevole a suo dire di aver penalizzato il suo club per il mancato pagamento degli stipendi ai tesserati salvando altri team altrettanto indebitati.
Incidenti e scontri tra tifoserie e default conclamati di due società, sulle 18 partecipanti alla manifestazione, sembrano peraltro essere due facce della stessa medaglia: una paralisi economica, frutto anche dall’austerity imposta dalla Troika (Bce, Ue e Fmi), sfociata in disoccupazione e tensioni sociali sempre più difficili da contenere.
La crisi del calcio greco tuttavia è deflagrata in questa stagione, ma solo pochi mesi fa veniva ben mascherata. Il Global Market Transfer 2014 della Fifa, ad esempio, metteva in risalto come, a dispetto della drammatica situazione economica del Paese, proprio la Superlega greca fosse il campionato ad aver fatto registrare la crescita più elevata (57%) negli acquisti dall’estero con una spesa di 11 milioni di dollari.
Quattro club di grande tradizione, come Olympiakos, Panathinaikos, Paok Salonicco ed Aek Atene hanno potuto contare finora sull’impegno delle rispettive proprietà. Ma si trovano oggi a dover gestire situazioni molto complesse.
L’Olympiakos Pireo è dal 2010 di proprietà dell’armatore Evangelos Marinakis, titolare di un patrimonio personale di 750 milioni di dollari, presidente e Ceo di Capital Maritime & Trading Corp Capital, holding che ha una partecipazione del 47% in Capital Product Partners, società che governa una flotta di circa 20 navi cisterna in grado di trasportare petrolio greggio, prodotti petroliferi raffinati e oli alimentari e prodotti chimici in tutto il mondo e vanta una capitalizzazione pari a 875 milioni di dollari e 190 milioni di fatturato nel 2014. Marinakis però è stato coinvolto nello scandalo che ha travolto il calcio greco nell’aprile 2015, quando il procuratore Aristidis Korreas ha scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche gestite dal Servizio di Intelligence nazionale che dal 2011 insieme ai membri della Federcalcio Theodoros Kouridis e Georgios Sarris il proprietario dell’Olympiakos ha diretto un’organizzazione criminale il cui scopo era quello di “controllare il destino del calcio greco con i metodi di ricatto e la frode”. Inchiesta che ha coinvolto arbitri, giudici, direttori e presidenti di calcio. Marinakis è stato interrogato il 18 giugno 2015 ed è stato rilasciato grazie a una cauzione da 200.000 euro. È stato inibito da qualsiasi attività calcistica.
Giannis Alafouzos, invece, è il presidente del Panathinaikos. È l’editore del quotidiano Kathimerini e il presidente del Skai Gruppo, con sede a Neo Faliro di Pireo, di cui fanno parte la stazione televisiva omonima Skai TV e tre stazioni radio (Skai 100.3 , Melody 99,2 e 96,3 Red). Nel maggio 2012 ha fondato, insieme con i giocatori e i tifosi l’associazione Panathinaikos Alliance 2012, che ha preso una quota di maggioranza della squadra. Nel settembre del 2012 è stato eletto presidente (si stima abbia un patrimonio personal di 150 milioni di dollari).
L’altra grande squadra della Capitale l’Aek Atene ha sempre vissuto tra alti e bassi, specie nell’’ultimo decennio, e al termine della stagione 2012-2013, è retrocesso per la prima volta nella sua storia. A causa dei problemi economici non ha potuto iscriversi al campionato di Football League, ma è stato ammesso alla terza divisione risalendo nella massima serie in vista del torneo 2015/16. Dal 2012 preside il club Andreas Dimitrelos. L’Aek nel 2012 è stata esclusa dall’Europa League a causa dei problemi finanziari per un debito di 35 milioni, di cui ufficialmente 23 dovuti allo Stato. Il 21 marzo del 2013 Dimitrelos è stato poi arrestato perché l’ammanco di imposte dovute dal club al Fisco si è scoperto essere pari a 170 milioni di euro. Dimitrelos si è difeso spiegando che i presunti reati tributari attenevano alle precedenti gestioni e che le pendenza sarebbero state sanate nell’ambito di una procedura di ristrutturazione del debito avviata dal club in base alle leggi fallimentari del paese. Dimitris Melissanidis , soprannominato “Tiger” è il fondatore e proprietario di Aegean Marine Petroleum , che è il più grande fornitore di carburante indipendente nel mondo e la seconda più grande compagnia petrolifera della Grecia. Tra i principali armatori greci e anche azionista di maggioranza di OPAP, una società per azioni con sede in Atene che gestisce lotterie e scommesse sportive in Grecia (è la più grande società di scommesse in Europa con 5,6 miliardi di fatturato nel 2014). Dal 9 giugno 2013 è diventato proprietario del club.
Nell’estate del 2012 Ivan Savvidis è diventato il nuovo azionista di maggioranza del Paok Salonicco investendo 12 milioni di euro. Il nuovo azionista ha istituito una nuova politica finanziaria per pagare i debiti che sono stati creati dalle amministrazioni precedenti e nel 2015 ha saldato tutti i debiti del club verso lo Stato per circa 11 milioni di euro. Savvidis è uno degli uomini più ricchi della Russia ed è strettamente legato al presidente Vladimir Putin. È proprietario di Agrokom Group e di Dimera Group Ltd (che opera nel settore chimico), presidente di CJSC Donskoy Tabak e principale azionista di SEKAP specializzata nella produzione, vendita e commercializzazione di sigarette e prodotti del tabacco in Grecia e a livello internazionale. Savvidis potrebbe rappresentare la testa di ponte per l’ingresso di capitali russi in Grecia soprattutto se dovesse concretizzarsi (Ankara permetterndo) la realizzazione di una nuova pipeline alternativa al gasdotto South Stream, cancellato dall’agenda di Mosca, il cosiddetto Turkish Stream che dovrebbe avere come sbocco finale verso l’Europa dei rifornimenti energetici russi prorpio la Penisola ellenica. Salonicco è oggi un fiorente centro industriale, economico e culturale, e un punto nevralgico per i trasporti nel sud-est Europa: da qui passano infatti i corridoi stradali europei E65 e E90. Salonicco è inoltre il secondo porto più grande della Grecia dopo quello del Pireo di Atene per trasporto di container.