Nell’estate degli oltre sessanta milioni di euro per gli acquisti di Di Maria da parte del Paris Saint-Germain e di Raheem Sterling al Manchester City, i nuovi mercati si ritagliano uno spazio sempre più grande all’interno della finestra trasferimenti nel mondo del calcio. Asia, Medio Oriente e un Messico sempre più in crescita provano a far la guerra a suon di milioni ai mercati tradizionali, soprattutto quelli in fase di crisi, non solo economica. Una concorrenza sempre più elevata per le società europee, che devono fronteggiare le maggiori disponibilità di questi club, ormai non più considerabili come lidi dove svernare a fine carriera.
Il mercato orientale vede nella Cina una aspirante superpotenza in continua espansione nel mondo calcistico. Tra le società cinesi è ancora una volta il Guangzhou Evergrande ad imporsi in qualità di big spender nel mercato estero: è infatti dell’ex squadra di Lippi e Cannavaro l’acquisto più oneroso di questa finestra estiva, con i quattordici milioni di euro versati nelle casse del Tottenham per Paulinho. Sempre il club di Guangzhou ha inoltre messo sotto contratto l’altro brasiliano Robinho con un accordo da tre milioni di euro per i prossimi sei mesi, più opzione per il rinnovo. Sopra quota dieci milioni anche l’investimento dello Shanghai Shenhua per Demba Ba, pagato tredici milioni al Besiktas, mentre l’altra squadra di Shanghai, il Sipg, ne ha spesi dodici per Asamoah Gyan.
Restando in Asia, in Medio Oriente si prosegue con la “campagna acquisti” per espandere il proprio prodotto calcistico in vista del Mondiale che si disputerà nel 2022 in Qatar. È negli Emirati Arabi che si muovono le maggiori somme di denaro verso l’estero, con l’Al Jazira in testa alla classifica per gli acquisti più onerosi grazie agli undici milioni di euro spesi per il trasferimento del brasiliano Thiago Neves. Al secondo posto, con una possibile spesa complessiva di dieci milioni (3,5 per il prestito e 6,5 per il riscatto a fine stagione), troviamo il passaggio di Emmanuel Emenike all’Al Ain. Dagli Emirati si passa poi all’Arabia Saudita, con l’Hilal che spende dieci milioni per l’acquisto di Carlos Eduardo e con i sette milioni annui offerti dal’Al Itthiad a Sulley Muntari, ex centrocampista del Milan.
Fuori dall’Asia, l’altro nuovo mercato pronto ad esplodere è quello nordamericano, con Messico e Stati Uniti sugli scudi per disponibilità economiche e appeal nei confronti di tifosi e sponsor. In Messico, come dimostrano gli ultimi risultati sul campo, il Tigres si conferma uno dei club maggiormente in salute. Uno stato di grazia che ha portato ad una storica finale di Libertadores, persa contro il River Plate, e a due investimenti da record sul mercato. Con 8,85 milioni di euro è arrivato il talento Jürgen Damm dal Pachuca, mentre dal mercato degli svincolati è stato ingaggiato André-Pierre Gignac, convinto al trasferimento transoceanico con un contratto da 4,5 milioni annui. Due colpi per i quali il Tigres è riuscito a sbaragliare la concorrenza di diversi club europei. Una dimostrazione di come il mercato messicano possa essere competitivo anche di fronte alle grandi piazze tradizionali.