Colpire patrimonialmente chi si rende colpevole di frodi sportive, consentendo il sequestro preventivo e la confisca dei beni (anche in caso di patteggiamento). È questa una delle misure più significative del giro di vite contro il calcioscommesse che il Governo Renzi intende varare. Venerdì scorso un disegno di legge ad hoc (“Misure volte a rafforzare il sistema sanzionatorio relativo ai reati finalizzati ad alterare l’esito di competizioni sportive”) è stato licenziato dal Consiglio dei ministri e trasmesso al Parlamento. Il provvedimento ha già ricevuto l’approvazione degli uffici legislativi del ministero dell’Interno e di quello della Giustizia e nasce da una proposta presentata dalla Lega di Serie B, presieduta da Andrea Abodi (ed elaborata dall’avvocato Guido Camera), lo scorso febbraio. Alcuni mesi prima, quindi, che i tornei di Serie B, Lega Pro e Dilettanti fossero travolti dall’ennesimo scandalo su combine e partite truccate scoppiato questa estate e che ha avuto il suo epicentro nell’inchiesta «Dirty soccer» della Procura di Catanzaro. Inchiesta che sta producendo in queste settimane i primi risultati sul fronte della giustizia sportiva, ma che prosegue sul fronte giudiziario. La filosofia dell’intervento legislativo è quella di combattere il fenomeno delle scommesse illecite sul piano economico.
Il Ddl stabilisce, ad esempio, di inserire nel perimetro del decreto legislativo 231/01, che disciplina la responsabilità amministrativa delle società nel caso di reati commessi da dirigenti o dipendenti, anche la frode sportiva e la raccolta illegale di scommesse, con multe fino a 775 mila euro per i club. Per quanto riguarda il primo profilo, inoltre, questo tipo di modifica normativa, potrebbe spingere anche a superare e/o attenuare in qualche misura il principio di responsabilità oggettiva tipico dell’ordinamento sportivo, limitando le conseguenze anche patrimoniali per quei club che abbiano adottato modelli organizzativi trasparenti e potenzialmente idonei a prevenire le condotte irregolari.
A livello penale negli eventuali processi che si apriranno a Catania e Catanzaro, peraltro, potrebbero trovare applicazione le pene più severe dettate dal decreto Alfano (119/14, convertito nella legge 146) la scorsa estate. I responsabili di frodi sportive saranno passibili della reclusione da due a sei anni, mentre chi altera i risultati delle gare e dei concorsi pronostici potrà finire in carcere con una condanna fino a nove anni (oltre a subire una multa fino a 100mila euro). L’inasprimento, che riguarda sia l’ipotesi base della frode sportiva sia la fattispecie aggravata che scatta in caso di combine che influiscono su scommesse autorizzate, consente l’uso di intercettazioni e legittima l’arresto facoltativo in flagranza e le misure cautelari in carcere.