Come ogni anno, al termine della stagione sportiva 2014/15 la Uefa ha distribuito una quota dei ricavi alle federazioni affiliate per lo sviluppo dei settori giovanili e per altri programmi legati alla comunità locale. La cifra ridistribuita in conclusione dell’ultima stagione ha toccato quota 85 milioni di euro, divisa tra le cinquantaquattro federazioni facenti riferimento alla Uefa (trentasei delle quali non rappresentate nella fase a gironi dell’ultima Champions League). La federazione italiana è quella ad aver ottenuto la quota maggiore di questi “solidarity payments”, aggiudicandosi 14 milioni di euro.
Le federazioni a cui spetta questo contributo di solidarietà sono divise in partecipanti alla fase a gironi della Champions League, alle quali è andato un totale di 71 milioni di euro, e federazioni senza squadre presenti nella massima rassegna continentale, per le quali è stato stanziato un “premio” complessivo di 11 milioni di euro. A questi si aggiungono circa 2,9 milioni di euro da distribuire tra le federazioni che hanno portato almeno una squadra al play-off di Champions League. La somma da distribuire tra le cinquantasei rappresentanti varia a seconda del valore del mercato televisivo domestico di ogni paese membro della Uefa, mentre la parte fissa del contributo è di 570 mila euro per le federazioni rappresentate in Champions, 280 mila euro per le altre.
L’Italia, come già detto, ha ottenuto la quota maggiore del contributo di solidarietà con 14 milioni di euro. Seguono a ruota l’Inghilterra, con 13,8 milioni, la Spagna, con 11,7 milioni, e la Francia, con 10,1 milioni. Sotto questa quota troviamo la Germania con 9,2 milioni di euro, dopodiché tra le big five e il resto d’Europa troviamo un solco: la Grecia è l’unica a superare quota due milioni (2,1 in totale), con Paesi Bassi, Turchia, Portogallo e Svezia ad oscillare tra gli 1,9 e gli 1,2 milioni di euro. Per Belgio, Bulgaria, Bielorussia, Cipro e Slovenia la somma è data dalla partecipazione di una sola squadra alla fase ai gironi (570 mila euro) e ai preliminari (152.630 euro). Quota base di 570 mila euro, infine, per Svizzera e Ucraina.
La Danimarca, nonostante l’assenza dalla fase a gironi della Champions League, si aggiudica una quota maggiore rispetto a quella spettante a Svizzera e Ucraina, con i suoi 589 mila euro. Tra le federazioni “mancanti” all’ultima edizione della Champions, troviamo in testa quasi tutte quelle che hanno portato una squadra al playoff: dietro i danesi seguono infatti Scozia e Romania, mentre Austria e Slovacchia sono rispettivamente quinta e sesta. La federazione ad aver ottenuto il contributo maggiore a dispetto della sua mancata rappresentanza sia nella fase di play-off che in quella a gironi della Champions è quella norvegese, che si aggiudica una somma pari a 480 mila euro.