Gianluca Paparesta cede il 5% del Bari all’imprenditore di Molfetta, Cosmo Antonio Giancaspro, attivo nel settore dell’edilizia e delle rinnovabili. Da tempo si susseguivano le voci su un possibile connubio tra Giancaspro e “la Bari”. La prima volta già nel maggio 2014 quando Paparesta ha rilevato per 4,8 milioni il club all’asta giudiziaria. Un’asta a cui aveva partecipato anche la cordata Izzo-Canonico finanziata da Giancaspro. “Abbiamo appena chiuso l’accordo – spiega Paparesta a Calcio & business. Si tratta di un primo passo per rendere più solida la società. Dopo la cessione di questo 5% non è escluso che potranno esserci altre vendite di pacchetti azionari. L’obiettivo è quello di rafforzare la compagine per assicurare alla società progetti di medio-lungo termine, come quello dello stadio”.
La squadra barese è in lizza per conquistare un posto in Serie A. Un salto indispensabile per evitare rischi finanziari. Paparesta averebbe dovuto acquistare la società con i Rosenberg, oligarchi russi già proprietari della Dinamo Mosca. C’era già stato il placet di Putin dati anche i legami religiosi tra Bari e Mosca nel nome di San Nicola. Tuttavia, l’embargo decretato dai paesi occidentali per la crisi in Ucraina aveva fatto saltare l’affare. Paparesta ha sempre sostenuto di aver raccolto la sfida del Bari a quel punto per il bene del club, ma che avrebbe avuto un’autonomia di un paio di anni al massimo. La ricerca di soci forti o, appunto, della promozione in serie A (che garantirebbe alla piazza pugliese almeno 30 milioni di diritti tv) sono diventate vitali. Sullo sfondo restano le accuse della Procura di Milano su presunti aiuti illegittimi forniti da Infront per pagare gli ingaggi e non subire penalizzazioni recando un ostacolo alla vigilanza Covisoc.