Cinque club olandesi sono stati “assolti” dall’accusa di aver ricevuto indebiti aiuti di Stato per operazioni compiute nel 2010 e 2011 e non notificate all’esecutivo Ue. Le società finite nel mirino dell’Antitrust europeo nel marzo 2013 erano: il Nec Nijmegen verso il quale il comune ha rinunciato a un credito di 2,2 milioni di euro; il Willem II di Tilburg per la riduzione retroattiva del canone d’affitto dello stadio, con un beneficio di 2,4 milioni di euro; il Den Bosch, verso il quale il comune ha rinunciato a 1,6 milioni di crediti, acquistandone gli impianti di allenamento per 1,4 milioni; l’Mvv di Maastricht verso il quale il comune aveva rinunciato a 1,7 milioni di euro di crediti, rilevandone i campi di allenamento per 1,8 milioni; il Psv, club che ha venduto alla municipalità di Eindhoven per 48,3 milioni i terreni su cui sorgono lo stadio e il centro sportivo (strutture poi riaffittate allo stesso club).
Den Bosch, MVV, NEC e Willem II hanno ricevuto aiuti in un periodo in cui si trovavano in difficoltà finanziarie, ma hanno elaborato e attuato piani di ristrutturazione riducendo in misura sostanziale i costi relativi a dipendenti e giocatori e con la riduzione delle loro remunerazioni. Per questo motivo per la Commissione Ue gli interventi a loro favore non hanno distorto la concorrenza interna. Nel caso della cessione del terreno dove sorge lo stadio Philips al municipio di Eindhoven del Psv, per Bruxelles è avvenuta a prezzi di mercato.
Un sesto caso, che riguardava il Vitesse Arnhem, con la rinuncia del comune a un credito di 11,7 milioni di euro, la Commissione aveva da subito escluso che fosse avvenuto contro le regole europee, perchè le autorità olandesi hanno “dimostrato che un creditore privato avrebbe agito nello steso modo” visto che il Comune ha agito nel contesto di una procedura formale di sospensione dei pagamenti da parte del Vitesse.