La macchina di plusvalenze si inceppa. Il Porto ha chiuso l’esercizio al giugno 2016 con una perdita record da 54,8 milioni di euro. Un crollo verticale rispetto all’utile da quasi venti milioni realizzato nell’esercizio precedente, tanto da rendere la stagione attuale un “anno zero” stando a quanto dichiarato dall’amministratore delegato Fernando Gomes. Il club portoghese, dopo i deludenti risultati sul campo, ha infatti deciso di intraprendere una politica di riduzione dei costi. L’obiettivo è quello di portare i costi salariali da 75 a 55 milioni di euro nel prossimo triennio.
La ragione di un tale tracollo? Le plusvalenze. “Abbiamo storicamente compensato il nostro bilancio negativo con le cessioni dei calciatori – ha proseguito Fernando Gomes -. Due anni fa, su 117 milioni di ricavi, 82,5 erano plusvalenze. L’amministrazione ha capito che non c’era più modo di proseguire questa politica considerata non sana. Abbiamo rifiutato offerte per Danilo, André Silva e Herrera per un valore complessivo di 95 milioni di euro, ma non avendo un posto garantito in Champions League si è trattato di un duro colpo”. I risultati sul campo, d’altronde, sembrano rispecchiare questo periodo nero del club di Oporto: terzo posto in campionato ed eliminazione dalla Champions già nella fase a gironi, con la retrocessione in Europa League durata fino ai sedicesimi di finale.