Nel week-end l’assemblea della Roma (in prima convocazione il 28 ottobre o in seconda il giorno successivo) dovrà approvare il bilancio al 30 giugno 2016. Un rendiconto in chiaroscuro, a dire il vero, in cui ad esempio la cessione di Pjanic alla Juventus con una plusvalenza di 28,2 milioni potrebbe essere fondamentale per rispettare il settlement agreement stipulato con la Uefa nel maggio 2015 e che imponeva di chiudere i bilanci 2015 e 2016 con una perdita massima di 30 milioni.
Il bilancio consolidato al 30 giugno 2016 di AS Roma Spa ha registrato una perdita netta di 13,9 milioni contro i 41,1 della stagione precedente. E un indebitamento finanziario netto aumentato al 30 giugno 2016 a 192,8 milioni rispetto ai 142,3 milioni del 30 giugno 2015, nonostante i sacrifici di Romagnoli ( passato al Milan per 25 milioni con 23,8 milioni di plusvalenze), Destro (plusvalenza di 4,4 milioni), Gervinho (plusvalenza di 12,5 milioni) e Mazzitelli Luca (3,5 milioni). Il patrimonio netto consolidato è risultato negativo per 117 milioni. La Neep Roma Holding che fa capo al presidente James Pallotta (che possiede il 79,04% della Roma) ha versato 57,2 milioni «in conto futuro aumento di capitale». La relazione del cda al bilancio precisa che questi versamenti “hanno permesso alla società di fare fronte ai propri fabbisogni derivanti dall’attività operativa e dagli investimenti effettuati, e di pagare regolarmente le retribuzioni dovute ai tesserati e le imposte correnti”.
Eppure la As Roma nel 2016 ha accumulato un fatturato record: il giro d’affari grazie ai 77 milioni incassati per la Champions è aumentato a 219,4 milioni. I proventi tv legati alla Serie A e alla Tim Cup sono stati pari a 73 milioni (63,7 milioni nel 2014/15). La quota parte del market pool riconosciuta per la partecipazione alla Champions League è stata di 48 milioni (31,5 nel 2014/15). Inoltre, sono stati contabilizzati 4 milioni, come conguaglio per la partecipazione alle competizioni Uefa nella stagione sportiva 2014/2015. I ricavi da gare sono saliti a 52 milioni, incluso il participation bonus della Champions League per 12 milioni, il performance bonus per 8,5 milioni e i ricavi da biglietteria delle gare casalinghe di Champions per 8,5 milioni. I ricavi da biglietteria per il campionato sono stati pari a 9,5 milioni. I ricavi da abbonamenti (24.157 tessere) hanno determinato invece un ricavo di 9,7 milioni. Le amichevoli hanno portato in cassa 3,8 milioni. I ricavi della sponsorizzazione Nike (non avendo la As Roma un main sponsor) ammontano a 5 milioni. I proventi pubblicitari (che includono i pacchetti “Premium Seats” dello Stadio Olimpico) sono saliti a 10,6 milioni. Le attività commerciali di Merchandising e Licensing hanno prodotto 5,4 milioni. Il costo del personale però ammonta a 155 milioni ed è aumentato di 19 milioni. In particolare, gli ingaggi del personale tesserato sono saliti da 125,5 a 142 milioni. A questi vanno aggiunti ammortamenti per 46,4 milioni (rispetto ai 36,4 della stagione 2014/15). La rosa giallorossa è costata, in altri termini, 188 milioni. E a questi costi se ne aggiungono altri operativi per un totale di 62 milioni.