Non ha pace il calcio greco, già alle prese con una crisi tecnica che ha radici profonde e che ha perfino impedito alla Nazionale – campione a sorpresa nel 2004, in Portogallo – di qualificarsi alla fase finale dell’ultimo Europeo, disputata sui campi di Francia. La Federcalcio ellenica ha infatti deciso – e non è la prima volta – di sospendere tutti i campionati, e a tempo indeterminato, dopo l’incendio, che si sospetta sia di origin
dolosa, scoppiato nell’abitazione di Giorgos Bikas, presidente della Commissione arbitrale nazionale, nominato di recente dai nuovi vertici federali voluti fortemente dalla nuova presidenza dell’Uefa. Bikas era alla prima designazione e il benvenuto, per lui, è stato tutt’altro che edificante.
La Federazione ha fatto sapere che prenderà ulteriori provvedimenti, dopo il rapporto ufficiale. La scorsa settimana, Bikas aveva rivelato che un altro arbitro di alto livello era stato minacciato fuori della propria abitazione da alcuni sconosciuti. Il calcio greco è da anni al centro di diversi episodi di violenza e corruzione, tanto che Federcalcio è stata posta commissariamento della Fifa. A settembre, poi, il Governo ha deciso di posticipare l’inizio del massimo campionato a causa dei contrasti tra federazione, Lega e club in materia di sicurezza. “E’ un episodio intimidatorio gravissimo – ha detto Andrea Stramaccioni, allenatore in carica del Panathinaikos, una delle squadre di Atene – che conferma la forte esigenza di ristabilire e tutelare la credibilità del calcio greco per tutti i milioni di tifosi ellenici e non, che amano questo sport sempre così popolare”.
Nel febbraio 2015, a causare lo stop del campionato, erano stati gli scontri tra tifosi, soprattutto nel derby fra Panathinaikos e Olympiacos. Meno di due anni fa lo stop arrivò dopo gli scontri nel derby di Atene, ma anche nella sfida tra Larissa e Olympiacos Volou. A prendere la decisione fu il Governo Tsipras. Poi, la ripresa dopo quasi un mese con l’obbligo di giocare tutte le partite a porte chiuse. I campionati riprenderanno quando le indagini faranno chiarezza sulle origini del rogo. Almeno fino a contrordine.