Il giro d’affari del calcio europeo è cresciuto del 13% circa nella stagione 2015/16 totalizzando 24,6 miliardi di euro trainato dalla ricchezza dei cosiddetti “big five” (i campionati di Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia) ma anche dalla nuova formula di Euro 2016 che ha consentito al torneo per le squadre nazionali organizzato dalla Uefa di sfiorare i 2 miliardi di incassi quadruplicando quelli dell’edizione 2012. Questa è la fotografia dei ricavi del pallone scattata nell’Annual Review of Football Finance 2017 di Deloitte che calcola i proventi derivanti da diritti media, biglietteria, sponsorizzazioni e entrate commerciali. Da soli i primi cinque tornei rappresentano il 54% degli introiti totali: se la Premier League inglese resta ampiamente leader (4,8 miliardi di cui 2,6 dai diritti tv e 831 milioni dallo stadio), lo studio segnala il sostenuto ritmo di crescita della Bundesliga tedesca (+13% a 2,7 miliardi) e della Liga spagnola (+18% a 2,4 miliardi), quest’ultima destinata nelle proiezioni ad aumentare ulteriormente il passo di sviluppo nei prossimi anni grazie alla nuova formula di vendita dei diritti broadcasting che la farà tornare a breve il secondo torneo per fatturato.
La Serie A italiana ha avuto un incremento di ricavi del 7% nella stagione scorsa raggiungendo un totale di 1,917 miliardi di euro: se gli incassi della tv sono in linea con quelle di Germania e Francia, a penalizzare il campionato italiano è il forte divario degli incassi da stadio (200 milioni contro i 500 degli altri due tornei) e il minore impatto delle sponsorizzazioni e introiti commerciali (523 milioni contro i 700 della Liga e gli 1,2 miliardi della Bundesliga). In prospettiva il gap con i tre campionati principali è destinata ad aumentare: secondo l’analisi Deloitte, nel biennio 2016-18 il giro d’affari aumenterà complessivamente di appena il 3% pur potendo contare sull’effetto Juventus in Champions League (i bianconeri sono arrivati fino alla finale quest’anno). Per accelerare lo sviluppo, in base allo studio, i fattori determinanti saranno aumentare gli introiti commerciali e gli incassi da stadio: il tasso di utilizzo dello stadio è il peggiore tra i big five (52%) con una presenza di spettatori per partita di 21600 persone contro 42mila in Germania, i 36mila in Inghilterra e 27mila in Spagna.
I ricavi medi per club di Serie A della stagione 2015-16 sono stati di poco inferiori ai 100 milioni di euro (96 milioni) contro i 243 milioni delle squadre di Premier League, i 151 di quelle di Bundesliga e i 122 di quelle spagnole. Nonostante un incremento degli stipendi (+3%) inferiore al ritmo dei ricavi, il calcio italiano mantiene il primato della maggiore incidenza dei costi dei giocatori sui ricavi totali del club (70%). Nell’ultima stagione comunque la situazione economica delle squadre di Serie A, segnala lo studio, è decisamente migliorata rispetto al 2014-15 a livello di risultato operativo: le perdite aggregate per 38 milioni rispetto ai -95 dell’anno precedente. La crescita degli stipendi ha invece pesato sull’aumento dei passivi aggregati della Ligue1 francese vicino ai 100 milioni. Profitti operativi in calo ma sempre in area 700 milioni per la Premier League (683 milioni) mentre i club spagnoli hanno avuto un balzo da 260 a 400 milioni. In flessione la Bundesliga a 284 milioni di euro di profitti operativi (-10%).