Nuovi modelli di business in aiuto verso le società calcistiche europee per aumentare i loro capitali. È questa la previsione fatta dall’agenzia di rating canadese Dbrs, secondo cui l’emissione di azioni o di debito saranno uno strumento capace di portare i club ad ottenere maggiori ricavi. Al termine della stagione 2015/16 le prime venti società europee hanno raggiunto la soglia dei sette miliardi di euro di ricavi complessivi, in aumento del 12% rispetto ad un anno prima, mentre una stima di Deloitte indica come valore di mercato del calcio europeo una cifra pari a oltre 25 miliardi di euro per la stagione conclusasi quest’estate. La classifica dei fatturati è guidata da Manchester United, Barcellona e Real Madrid. Le italiane arrivano nella seconda metà di classica, con Juventus in testa al decimo posto, seguita dalla Roma e dal Milan, rispettivamente quindicesima e sedicesima. Ultima italiana in top 20 l’Inter,
che chiude diciannovesima. Scorrendo le cifre di Deloitte, inoltre, emerge che quasi tutti i grandi club generano ormai meno di un quinto dei ricavi il giorno della partita (solo Arsenal con il 29%, Chelsea con il 21%, Borussia Dortmund con il 22% e Schalke 04 con il 23% sono oltre il 20% dei ricavi negli incontri). Per le quattro italiane le partite garantiscono tra il 12 e il 14% dei ricavi (il 12% per il Milan, il 13% per Juventus e Roma e il 14% Inter). La parte dominante è – soprattutto per le più grandi – l’offerta commerciale, che ad esempio per il Manchester United vale il 53% del ‘raccolto’, per il Barcellona il 48% e per il Real il 42%. I ricavi commerciali valgono il 30% dei ricavi complessivi della Juventus, il 16% di quelli della Roma, il 47% del bilancio Milan e il 31% di Inter. Nel caso dello Zenit di San Pietroburgo merchandising e commerciale pesano addirittura per il 74% dei 197 milioni di ricavi.