Nessuna fretta. Divisi sulla scelta del nuovo presidente della Lega Serie A, i club hanno deciso compatti di chiedere una proroga del mandato di Carlo Tavecchio, che da aprile guida l’associazione in veste di commissario. Scadrà lunedì prossimo, e per questo Tavecchio, da presidente dimissionario della Federcalcio, ha convocato per sabato un Consiglio federale straordinario, che con ogni probabilità darà il via libera all’estensione, al massimo di qualche settimana, visto che il 29 gennaio si vota per i vertici della Figc. Per i legali della Figc la proroga è un atto ordinario: il presidente dimissionario Tavecchio può chiederla e il consiglio federale, decaduto a sua volta e in prorogatio, può concederla. Il Coni è in attesa, vigila, e studia le carte. “Bisogna capire e vedere se la Federcalcio farà questa cosa e soprattutto se normativamente si può fare”, ha commentato il n.1 dello sport italiano Giovanni Malagò, che aveva fissato a lunedì l’ultimatum, minacciando di commissariare la Figc con la Serie A ancora fuori dal consiglio federale: “Vediamo il 12 dicembre. Fino alla sera dell’11 le società hanno la possibilità di trovare un accordo”. Per ora l’ appuntamento è il 4 gennaio.
Già alla vigilia si era intuito che l’assemblea di ieri sarebbe finita con l’ennesima fumata nera. Di primo mattino si è detto indisponibile Antonio Catricalà, ex presidente dell’Antitrust, ora alla guida di Aeroporti di Roma, l’asso nella manica del n.1 della Lazio, Claudio Lotito, che in queste settimane ha proposto invano vari nomi fra cui quello da Giuseppe Vegas, a Ezio Maria Simonelli, passando per Ugo Marchetti. Nessuno dei profili valutati ha raccolto i 14 voti necessari e i club non hanno voluto forzare un accordo al ribasso. Così si è deciso di puntare sulla proroga, motivata dal lavoro già portato a termine dal commissario (lo statuto e il bando per i diritti tv internazionali) e dai traguardi in sospeso, incluso il bando dei diritti tv nazionali, che dovrebbe essere approvato dall’assemblea il 4 gennaio.
Quella, salvo sorprese, sarà anche la prima occasione per provare a sbloccare l’impasse sulla governance: individuato il presidente, verrebbe facilmente nominato l’ad (Sami Kahale o Luigi De Siervo) e le altre cariche vacanti da mesi. Fra i club c’è chi pensa che Tavecchio si sia dimostrato all’altezza di fare anche il presidente, per come ha varato la riforma dello statuto assieme al sub commissario Paolo Nicoletti, e per come sta gestendo le assemblee. Oggi ha ancora esortato le società a decidere da sole il futuro, evitando l’intervento del Coni.