Il controsorpasso è servito. La Bundesliga mette nuovamente la freccia e torna ad essere il secondo torneo calcistico europeo per ricavi, superando la Liga alle spalle di una Premier League apparentemente irraggiungibile. Tra massima serie e Zweite Liga, i 36 club professionistici tedeschi hanno generato ricavi per 4,01 miliardi di euro, 3,375 dei quali interamente ascrivibili alla Bundesliga. Un record, l’ennesimo, per un fatturato destinato ad aumentare ulteriormente nella stagione in corso. La prima delle quattro sotto il nuovo accordo televisivo da 1,4 miliardi di euro annui, che porterà con ogni probabilità al raggiungimento della soglia dei quattro miliardi alla chiusura dell’esercizio. Numeri che riportano il massimo campionato tedesco davanti alla Liga per ricavi: nel 2016 gli spagnoli erano tornati secondi con circa tre miliardi di ricavi, ma l’ennesimo risultato record fatto registrare in Germania ha reso vani gli sforzi dei club di Primera Division. La previsione di bilancio per il 2017 (per Primera e Segunda) era di 3,327 miliardi di euro, una cifra che da sola non basterebbe a pareggiare i ricavi delle diciotto squadre che hanno preso parte alla scorsa edizione della Bundesliga.
I proventi media rimangono la fetta più ampia del fatturato della Bundesliga, pur rimanendo sotto il miliardo di euro. I 960,6 milioni ottenuti dalla cessione dei diritti di trasmissione delle partite valgono il 28,46% dell’intero monte ricavi per il massimo campionato tedesco, in aumento di circa 27 milioni nel giro di un anno. Segno positivo anche per la pubblicità, che porta in dote il 25,3% dei ricavi: 854 milioni di euro nel 2017, contro i 772,5 del 2016. Rimane oltre la soglia del mezzo milione la voce trasferimenti, anch’essa in aumento (da 532,5 a 581,7 milioni) e con un’incidenza pari al 17,24% dei ricavi, mentre dal merchandising e dal botteghino arrivano le due noti dolenti. Dopo aver raggiunto la soglia dei 200 milioni nel 2016, i ricavi dalla vendita di prodotti ufficiali crollano di circa dieci milioni, assestandosi a 191,8 milioni di euro. L’apporto della biglietteria, invece, rimane sempre sopra il mezzo miliardo, passando da 527,6 a 503,8 milioni di euro. Una differenza di quasi ventiquattro milioni che non può essere addebitata solamente alla perdita di Stoccarda e Hannover (retrocesse in Zweite nel 2016) con i loro 91.057 spettatori di media a partita (“sostituiti” dai 65.363 di Lipsia e Friburgo). L’utile, dopo il record di 206,2 milioni dell’anno passato, scende a 149,8 milioni.
La soglia dei tre miliardi, già varcata lo scorso anno, viene ulteriormente superata anche sul fronte dei costi. I salari tornano ad avere un peso superiore al 35% sulle spese delle società, passando da 1,06 a 1,18 miliardi di euro. In totale, i costi dei diciotto club di massima serie arrivano a toccare quota 3,225 miliardi nel 2017. Un primato, anche questo, per la Bundesliga, che però prosegue la propria marcia all’inseguimento di una Premier League quanto mai distante. Intanto il primo passo è stato fatto, con un distacco dalla Liga che va aumentando. Tra le big five leagues, quella tedesca è chiaramente la seconda potenza e il trend positivo è destinato a rimanere tale con l’ultimo accordo televisivo. Il 2018 può essere l’anno dei record, l’ennesimo per una Bundesliga che da tredici anni aggiorna i propri primati sul piano economico.