A poco più di un anno dal via libera ottenuto dal sindaco di Londra, Sadiq Khan, per la ristrutturazione di Stamford Bridge, il Chelsea ha comunicato la sospensione del progetto per il nuovo stadio. Un progetto da 500 milioni di sterline (oltre 612 milioni di euro) per un impanto da 60mila posti a sedere, congelato per via di “un clima sfavorevole per gli investimenti” denunciato dallo stesso club con una breve nota pubblicata sul proprio sito ufficiale. Il tutto a pochi giorni di distanza dalla “cacciata” di Abramovich, proprietario del club londinese, dalla capitale inglese. Residente in Gran Bretagna da vent’anni, al miliardario russo non è stato rinnovato il permesso di soggiorno, tant’è che ha deciso di acquisire la cittadinanza israeliana. Alta tensione, dunque, tra Londra e l’oligarca russo, che potrebbe decidere anche di non proseguire il proprio investimento sul Chelsea, acquistato nel 2004 e portato ai vertici in Premier League e in Europa. Intanto il primo investimento, da mezzo miliardo di sterline, è bloccato. E il club “non si è posto un tempo per riconsiderare la propria decisione”.
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