La Serie A spende un miliardo sul mercato ed è seconda dietro alla Premier League? No, non esattamente. Questo è quanto riportano i dati ufficiali, ma di fatto i club italiani hanno speso praticamente poco più di quelli della Liga, rimanendo ben al di sotto della soglia del miliardo di euro. Anzi, la spesa reale delle italiane si è attestata sotto gli 860 milioni. Cifra elevata, chiaramente, ma non al punto da poterla paragonare alla Premier League, che di miliardi ne ha messi sul piatto 1,23 in estate. Alle spalle, per l’appunto, Serie A e Liga, che superano la soglia degli 800 milioni senza però impensierire le big d’Oltremanica. Staccate, invece, Ligue 1 (meno di 360 milioni) e Bundesliga (circa 335 milioni). Questo è quanto si evince dal reporto Fifa Tms sul mercato estivo delle prime cinque leghe europee.
L’equivoco del miliardo nasce dagli scambi interni alla stessa Serie A, alla pari o con una parte corrisposta economicamente. Basti pensare allo scambio Falcinelli-Di Francesco tra Bologna e Sassuolo, valutati entrambi 10 milioni: ufficialmente un’operazione considerata come una spesa da 20 milioni, di fatto un doppio trasferimento a zero euro. Non finisce qui: sempre il Bologna, sulla carta, ha speso 9,2 milioni per Skorupski e Calabresi, ma Mirante è andato alla Roma come contropartita per 4 milioni. E ancora: il Genoa ha riscattato Lapadula a 11 milioni perché rientrava nell’affare Laxalt, I 14 milioni per Santon e Zaniolo alla Roma rientrano nell’affare Nainggolan, Correa alla Lazio è pagabile in tre esercizi, Odgaard è stato valutato dall’Inter esattamente la stessa cifra per la quale ha rilevato Politano in prestito dal Sassuolo e i 10 milioni del Torino per Meite sono parte del pacchetto per Barreca al Monaco.
Manca ancora qualcosa, però. La seconda operazione più onerosa dell’estate italiana, dopo quella che ha portato Cristiano Ronaldo alla Juventus: il maxi-scambio tra i bianconeri e il Milan col ritorno di Bonucci a Torino e il passaggio in rossonero di Higuain e Caldara. Sulla carta, ufficialmente, è un’operazione da 124 milioni per il calcio italiano. Da questi si possono subito decurtare 36 milioni di riscatto fissato per l’attaccante argentino e la quota scende subito a 88 milioni, dopodiché bisogna considerare lo scambio tra Caldara e Bonucci come un vero e proprio scambio alla pari, tant’è che entrambi hanno avuto la stessa valutazione (35 milioni a testa). Quelli che nel calcolo sono diventati 70 milioni, di fatto, non sono altro che un mero strumento contabile. E la montagna del maxi-scambio, alla fine, ha partorito nella sessione estiva di mercato un “topolino” da 18 milioni. E in tutto, la massa da “tagliare” è di circa 300 milioni. Quelli messi a bilancio per operazioni che, di fatto, non hanno mosso un euro sul mercato.