Dai “leaks” alle manette. In tre sono stati arrestati in Belgio nei giorni scorsi con le accuse di frode e riciclaggio per l’immissione di capitali illeciti nel club Royal Excel Mouscron, già sotto la lente di ingrandimento per via dei rapporti con il super-agente israeliano Pini Zahavi. L’uomo che, tra i vari affari gestiti in questi anni, ha avuto un ruolo chiave nel trasferimento di Neymar al Paris Saint-Germain, non risulta tra gli uomini fermati dalle forze dell’ordine, né tra gli interrogati. Il suo nome, semmai, viene fuori dai documenti resi noti da Football Leaks. Zahavi sarebbe infatti entrato in possesso delle quote di maggioranza del Mouscron “con l’aiuto di compagnie estere”, secondo i procuratori federali. In Belgio, per un agente, è illegale l’acquisizione di società calcistiche e le indagini attualmente in corso sono condotte nell’intento di smascherare un eventuale “accordo che avrebbe permesso al Mouscron di rimanere illecitamente in prima divisione grazie ad una struttura creata tramite compagnie offshore”, sempre secondo i procuratori. Secondo quanto riportato dai media belgi, Zahavi avrebbe messo le mani sul Mouscron nel 2015 grazie ad un fondo maltese, per poi vendere il club nel 2016 ad una compagnia guidata dal nipote. Fino al 2018 il proprietario è stato il thailandese Piempongsant, ma stando ad alcuni documenti citati dal report Football Leaks, Zahavi continuava ad essere una presenza interna al club. Per quanto riguarda gli arresti, si tratta del secondo caso in Belgio nel giro di poche settimane: nel mese di ottobre, sempre per le stesse accuse, erano già stati fermati due arbitri, alcuni agenti e l’allenatore del Club Brugge.
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