“La Camera d’investigazione del Club Financial Control Body della Uefa ha comunicato oggi la propria decisione di deferire il caso riguardante il Milan alla Camera arbitrale, poiché il club ha mancato il raggiungimento del pareggio di bilancio richiesto nel corso dell’attuale periodo di osservazione riguardante gli esercizi conclusi nel 2016, 2017 e 2018”. Con queste parole la Uefa annuncia il deferimento del Milan per il mancato rispetto dei regolamenti sul fair play finanziario, con la palla che adesso passa alla Camera arbitrale. La Uefa specifica inoltre come tale decisione “non sia correlata a quella presa dalla Camera arbitrale a dicembre, riguardante i precedenti periodi di osservazione e relativa agli esercizi chiusi nel 2015, 2016 e 2017”. Una decisione ancora pendente, poiché oggetto di appello al Tas di Losanna.
Il deferimento attuale, dunque, riguarda il triennio comprendente l’esercizio chiuso al 30 giugno 2018 (primo bilancio chiuso dal Milan al termine della stagione sportiva e non dell’anno solare). Il risultato negativo per 126 milioni di euro va chiaramente ad aggravare un periodo che già di per sé aveva portato la Uefa ad una prima sanzione ai danni dei rossoneri. Il biennio precedente, infatti, si era chiuso con perdite per circa 120 milioni di euro e al terzo anno, in previsione dei controlli che il Club Financial Control Body esegue in primavera, sarebbe stato necessario quantomeno invertire la rotta. Il Milan, invece, nell’ultimo triennio preso in esame avrebbe un rosso superiore ai 200 milioni di euro, motivo per cui la Uefa ha optato per il deferimento.
Adesso il rischio più concreto è quello dell’esclusione dalle coppe europee. Una mazzata per il Milan, in piena lotta per la qualificazione alla prossima Champions League. Un obiettivo che potrebbe essere compromesso qualora il Club Financial Control Body dovesse optare per una sanzione. Con il primo giudizio oggetto di appello al Tas di Losanna, un’eventuale seconda pronuncia sfavorevole potrebbe portare alla massima sanzione prevista per il mancato rispetto dei regolamenti sul fair play finanziario, poiché potrebbe valere come recidiva per il club rossonero. L’esclusione dall’Europa League comminata dalla Uefa a giugno, di fatto, era una sanzione irrituale. Adesso, invece, sulla testa del Milan pende un precedente, per quanto il club abbia presentato ricorso al Tas. Anche per questo non è da escludere che tra Milan e Uefa non possa aprirsi una trattativa, ma se non dovesse trovarsi un compromesso, si aprirebbe la strada ad un muro contro muro in tutte le sedi legali. Con un deficit da 200 milioni nell’ultimo triennio (anche sottraendo i costi ritenuti “virtuosi” dalla Uefa), la prospettiva di una stagione fuori dalle coppe rischia di diventare sempre più concreta.