Il Palermo ha mantenuto la categoria dopo la sentenza della Corte federale d’appello (che ha ridotto la pena dalla retrocessione in Serie C al -20 nel campionato di B appena concluso), ma deve fare i conti con la giustizia ordinaria. La Figc ha infatti richiesto l’avvio della procedura per il commissariamento della società e i giudici del Tribunale palermitano, pur rinviando l’udienza per ammettere la nuova proprietà del club al procedimento, hanno nominato un curatore speciale per sorvegliare l’operatività della società siciliana.
La Figc si è rivolta alla giustizia ordinaria per avviare una procedura ex articolo 2409 del codice civile, che prevede «l’ispezione dell’amministrazione della società» qualora vi fosse il «fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a uno o più società controllate». La richiesta risale al periodo in cui il Palermo è stato formalmente gestito dall’inglese Sport Capital Group, successivamente messa in mora da Zamparini per inadempienze contrattuali. Non è la prima volta che la Federcalcio si avvale di questo strumento, avendo richiesto un procedimento identico un anno fa per il Cesena, poi dichiarato fallito. Nel caso del Palermo, la procedura ha portato all’insediamento di un commissario (che verrà nominato a breve) e la nuova udienza è stata fissata al 5 luglio. In quella data, il club dovrà aver svolto tutte le operazioni richieste per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie B, che va perfezionata entro il 24 giugno.
Tre giorni prima dell’udienza, si terrà il processo nei confronti di Maurizio Zamparini, attualmente agli arresti domiciliari e in attesa di essere giudicato dal Tribunale federale nazionale dopo l’accoglimento del ricorso della Procura Figc, che ha visto respinto il deferimento in primo grado. Un procedimento che non dovrebbe più interessare il Palermo, in quanto la società è stata ceduta formalmente alla Sporting Network dei fratelli Tuttolomondo, che hanno a più riprese evidenziato la loro estraneità rispetto alla vecchia proprietà del club. Oltre ai soci, nel Palermo è cambiato anche l’assetto amministrativo (con la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione) e il collegio sindacale. Tutto ciò, però, non è bastato per evitare la nomina di un curatore speciale.