Il mercato estivo in Premier League s’è chiuso con una spesa superiore al miliardo e mezzo di euro. Per l’esattezza, 1,54 miliardi investiti per la campagna acquisti di luglio e agosto. Aspettando gennaio, la stagione 2019/20 si piazza già al quarto posto tra le più onerose nella storia del calcio inglese, a dispetto del mercato bloccato per il Chelsea e dello “spauracchio” fair play finanziario per il Manchester City. Anzi, proprio i Citizens hanno chiuso la sessione estiva con il record di investimenti: 167 milioni spesi sul mercato per Rodri (70 milioni), Cancelo (65 milioni), Porro (12 milioni), Angeliño (12 milioni) e Steffen (8 milioni), oltre all’esperto portiere Carson giunto in prestito. Una spesa parzialmente mitigata dalle cessioni, come quella di Danilo alla Juventus (valutato 37 milioni) che ha di fatto dimezzato la spesa per Cancelo, pur con un saldo negativo per 98 milioni.
In termini di spesa, il derby di Manchester lo vince il City, ma lo United non resta a guardare. I Red Devils si “limitano” a 159 milioni, con l’acquisto più costoso di tutta la Premier, il centrale Harry Maguire, rilevato dal Leicester per 87 milioni. Tutto il budget è servito per mettere sotto contratto quattro giocatori: oltre a Maguire sono arrivati Wan Bissaka dal Crystal Palace (55 milioni), James dallo Swansea (17 milioni) e il rientrante Pereira. Il tutto con una sola cessione, quella di Lukaku all’Inter per 65 milioni, mentre Wilson, Valencia e Herrera hanno lasciato Manchester a titolo gratuito. Chiude il podio l’Arsenal, che in chiusura di mercato ha acquistato David Luiz dal Chelsea per poco meno di 9 milioni e nelle scorse settimane ha messo mano al portafogli per Pepé del Lille (80 milioni), Saliba del S. Etienne (30 milioni) e Tierney del Celtic (27 milioni). In totale, i Gunners hanno speso 152,4 milioni.
La prima delle non-big è il neopromosso Aston Villa, addirittura primo per saldo negativo tra entrate e uscite. Perché se le cessioni dei Villans non hanno prodotto chissà quali introiti, gli acquisti per mettere in piedi una squadra competitiva hanno sfiorato i 150 milioni di euro. L’acquisto più oneroso è stato Wesley, pagato 25 milioni al Club Brugge, da dove è stato prelevato per 12 milioni anche il mediano Nakamba. Pochi nomi di grido, per il resto: Mings dal Bournemouth per 22,3 milioni, Luiz dal Manchester City per meno di 17 milioni e Targett dal Southampton per 15,5 milioni.
Dopo un’annata senza investimenti sul mercato (conclusa con la finale di Champions persa contro il Liverpool), il Tottenham ha deciso di invertire rotta. Dietro l’Everton (120 milioni di spesa, con Iwobi e Kean in rampa di lancio) ci sono proprio i londinesi che hanno rinforzato il centrocampo con Ndombelé (60 milioni al Lione), Sessegnon (27 milioni al Fulham) e Lo Celso (16 milioni al Betis per il prestito, riscatto fissato sui 40 milioni). E dire che fino all’ultimo sono stati in trattativa con la Juventus per Dybala, operazione che avrebbe portato gli Spurs in cima ai club più spendaccioni di questa estate inglese.
Il Chelsea, nonostante il mercato bloccato dalla Fifa per violazioni sul trasferimento di calciatori minorenni, ha di fatto sostenuto una spesa di 45 milioni per il riscatto di Kovacic dal Real Madrid. Il resto del mercato si basa interamente su giocatori rientranti dai prestiti o già acquistati nel corso della passata stagione. Il club di Abramovich, però, non è certo la big ad aver investito di meno sul mercato nel corso di quest’estate. Perché i campioni d’Europa del Liverpool, dopo il record di punti (inutile per la vittoria del titolo) e il ritorno sul trono continentale, hanno deciso di non stravolgere la propria squadra. Dalle casse dei Reds sono usciti poco meno di 2 milioni per il diciassettenne van den Berg, difensore dello Zwolle. Tra Ings, Mignolet, Wilson e Grujic, però, sono entrati 34 milioni.