Succede anche in Inghilterra. Anzi, di fatto, succede per la prima volta pure in Inghilterra. Il Bury è il primo club ad essere radiato dal calcio inglese nell’era della Premier League, ovvero dal 1992 ad oggi. L’ultima società ad aver subito l’onta della cancellazione per inadempienze finanziarie fu il Maidstone, proprio nell’anno che segnò il nuovo corso del calcio d’Albione. Quello del Bury, però, non può essere considerato solo un caso isolato: il Bolton, club che non molti anni fa arrivò a giocare persino in Europa, è riuscito infatti ad evitare in extremis di trasformare il 2019 in un anno da record negativo per la salute della classe “operaia” del calcio inglese, che alle spalle dei proventi milionari delle principali categorie inizia a trovare serie difficoltà per garantire la sopravvivenza di società dalla storia centenaria.
Il Bury è stato estromesso dalla Football League (avrebbe dovuto giocare in League One, l’equivalente della Serie C) dopo 134 anni di attività. La promozione in terza serie non è servita per tamponare i debiti del club proveniente dalla Greater Manchester, che è stato penalizzato di 12 punti per non aver ottemperato a diversi pagamenti (tra cui 2,5 milioni di sterline per la gestione dello stadio). Il proprietario Steve Dale ha cercato una soluzione, senza successo. I tifosi si sono mobilitati provvedendo personalmente alle pulizie dell’impianto che avrebbe dovuto ospitare le gare casalinghe del Bury, che però è stato espulso dal calcio inglese con effetto immediato.
La League One si disputerà con 23 squadre da qui al termine del campionato. Potevano essere 22, ma il Bolton (anch’esso penalizzato di 12 punti) ha trovato un’ancora di salvataggio all’ultimo momento utile. Dopo una lunga trattativa, le quote societarie sono state cedute alla Football Ventures (Whites) Limited di Parminder Basran e Sharon Brittan. Una società che allo scorso 19 luglio risultava avere un capitale pari a 6 sterline, divenuta proprietaria di un club da anni in caduta libera sia sul piano sportivo che su quello economico. La crisi del Bolton va infatti avanti da anni e la società è passata anche tra le mani di Dean Holdsworth, noto alle cronache italiane per essere stato uno degli “advisor” della proprietà inglese che per pochi mesi ha detenuto le quote del Palermo. È sotto la sua gestione che il Bolton ha contratto un debito da 5 milioni di sterline con l’istituto BluMarble, che ha rischiato di portare i Wanderers verso la sparizione già nel 2017. Due anni dopo, il baratro è stato nuovamente evitato.