L’area di Tor di Valle, il nuovo stadio e le opere connesse rappresentano il dossier centrale tra quelli su cui nelle prossime settimane i consulenti del Gruppo Friedkin effettueranno la due diligence legale. L’obiettivo delle parti, trovato l’accordo sulla valutazione finanziaria della As Roma e delle altre società della galassia giallorossa, è quello di stringere i tempi e arrivare a una fumata bianca definitiva verso la fine di gennaio.
Per James Pallotta e gli altri soci americani la questione stadio rappresenta il vero punto dolente della gestione del club, non essendo stato possibile, pur avendo acquisito più che una legittima aspettativa sul via libera al progetto, aprire il “cantiere” ad oltre cinque anni dall’avvio dell’iter amministrativo. Lo stallo sulla procedura, causato da molteplici vicissitudini politiche e giudiziarie, è stato uno dei motivi che ha indotto la cordata Pallotta a cedere il pacchetto di maggioranza della Roma. Per Pallotta tuttavia la realizzazione del nuovo stadio a Tor di Valle costituisce un punto d’onore e per questo sta riflettendo sulla opportunità di restare azionista con un piccolo pacchetto (cosa che potrebbe anche accompagnarsi a un bonus in caso di esito positivo dell’iter burocratico).
Friedkin valuta il progetto stadio 60 milioni ( quanto speso finora per il dossier). Questa cifra ha portato alla valutazione finale di circa 750 milioni. Un prezzo ottenuto con la valutazione del fatturato “normalizzato” di As Roma su una base di 230 milioni (da moltiplicare per tre), contemplando ricavi da stadio, diritti tv, introiti commerciali, ma anche una base di ricavi europei e il valore inespresso del brand a livello commerciale (ad esempio la sponsorizzazione tecnica ora con Nike è di 5 milioni annui ma potrebbe valere il triplo). Dai 750 milioni vanno dedotti l’indebitamento pari a circa 260 milioni e i 130 milioni di aumento di capitale che Friedkin dovrebbe sottoscrivere subentrando a Pallotta. Se tutto andrà liscio la nuova proprietà usa dovrà affrontare perciò il capitolo Tor di Valle. A inizio anno dovrebbe essere completata la Convenzione urbanistica.
Il Campidoglio dovrebbe effettuare le attività di propria competenza entro un paio di mesi. Sarà poi la Conferenza dei servizi regionale a ratificare la pratica rilasciando i permessi a costruire. Appalti e altri adempimenti potrebbero richiedere tutta la primavera, ma la dirigenza giallorossa, guidata su questo fronte dal vicepresidente Mauro Baldissoni, si augura di poter aprire il cantiere entro la fine del 2020. A quel punto servirebbero tra 36 e 40 mesi per realizzare lo stadio. Un anno prima dell’apertura dei cancelli sarà sciolto il nodo della “contestualità” delle opere di mobilità (in gran parte a carico degli enti pubblici), individuando nel caso le soluzioni tecniche alternative per garantire un corretto afflusso allo stadio e scongiurare altri ritardi nel debutto della As Roma nel nuovo Colosseo. Nel frattempo dovrà aprirsi il tavolo con Radovan Vitek, l’immobiliarista di Brno che sta rilevando attraverso Unicredit i terreni di Euronova. E non è esclusa una sinergia fra i due nuovi soggetti per affrontare un investimento complessivo di oltre un miliardo con lo sviluppo nell’area di un innovativo distretto votato a sport, turismo ed entertainment.