La Serie C perde il primo pezzo già dopo due giornate. Il Trapani è stato escluso dal campionato, il giudice sportivo non ha potuto far altro che sancire la seconda sconfitta a tavolino consecutivo dopo la rinuncia a scendere in campo nella trasferta di Catanzaro. I siciliani avevano già dato forfait nella gara d’esordio contro la Casertana, partita in cui la squadra si è presentata senza allenatore e senza medico sociale. Il proprietario Pellino, in quell’occasione, non riuscì a tesserare il nuovo tecnico Biagioni a causa del blocco imposto dalla Covisoc per una carenza finanziaria di circa 438 mila euro. Al suo posto, per organizzare la trasferta di Catanzaro, è stato richiamato l’esonerato Di Donato, il quale però ha rassegnato le dimissioni una volta ravvisata l’impossibilità nel portare avanti l’attività.
Quella del Trapani è un’agonia che va avanti da oltre un anno. Nel 2019 i siciliani hanno vinto i play-off di Serie C con la società messa in mora dai calciatori per il mancato pagamento degli stipendi. La proprietà di allora, la Fm Service rappresentata da Maurizio De Simone (arrestato ad agosto per reati tributari relativi proprio alla gestione del Trapani), cedette in extremis le quote alla Alivision di Fabio Petroni, già in passato proprietario del Pisa che nel 2016 risultò inadempiente per la Covisoc. Il suo nome, inoltre, è legato alle vicende giudiziarie di Terravision, per le quali è stato condannato a nove anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta. Petroni è stato anche indagato dalla giustizia sportiva per un presunto caso di “multiproprietà”, avendo detenuto anche quote della Juve Stabia, ma la sua avventura al comando del Trapani è durata solo un anno. Il tempo di far retrocedere i siciliani nuovamente in Serie C, con due punti di penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio entro i tempi stabiliti dalle norme. Punti che avrebbero permesso alla squadra allenata da Castori di salvarsi sul campo.
La retrocessione ha segnato la fine dell’era Petroni, che ha ceduto il Trapani subito dopo essere riuscito ad ottenere la licenza per l’iscrizione in Lega Pro. Nonostante due messe in mora da parte dei giocatori, gli stipendi non pagati ai dipendenti, una vertenza per la restituzione degli emolumenti di marzo e una carenza finanziaria di 438 mila euro, la Covisoc non ha ravvisato gli elementi per rigettare la domanda di iscrizione del club granata. La successiva cessione delle quote alla Alba Minerali di Gianluca Pellino ha fatto il resto: la squadra ha svolto solo due allenamenti e col medico sociale in malattia, due calciatori (Pettinari e Luperini) hanno deciso di rivolgersi al collegio arbitrale per chiedere lo svincolo, adducendo al mancato rispetto delle norme previste dai protocolli sanitari adottati dalla Figc a seguito della pandemia di Covid-19.
Senza allenamenti, senza dipendenti e con i calciatori sul piede di guerra, il Trapani non si è trovato nelle condizioni di poter giocare. Contro la Casertana, in casa, la presenza dei calciatori allo stadio non è bastata, dati i mancati tesseramenti di allenatore e medico sociale riscontrati dai sei ispettori federali presenti sul campo. In Coppa Italia, contro il Brescia, è arrivata un’altra sconfitta a tavolino per rinuncia. Domenica scorsa, a Catanzaro, è giunta la fine. Nella giornata di lunedì il giudice sportivo non ha potuto far altro che sancire l’esclusione dei siciliani dal campionato e in giornata è atteso lo svincolo di tutti i tesserati da parte della Figc. Il 21 ottobre, inoltre, è in programma l’udienza presso il Tribunale di Trapani in merito all’istanza di fallimento presentata da 16 dipendenti e un fornitore, con debiti che si aggirerebbero sui 4,8 milioni di euro. La Serie C è appena iniziata e c’è già chi alza bandiera bianca.