L’anno del ritorno in Champions League, per il Manchester United, si chiude con un perdita di 25,6 milioni di euro. I Red Devils sono riusciti a mitigare gli effetti della pandemia di Covid-19, nonostante un crollo nei ricavi del 18,8% nel giro di un anno (da 627,1 a 509 milioni di sterline, pari a circa 561 milioni di euro). Lo United è riuscito però a ridurre di 53,2 milioni di euro le spese salariali, per via di alcuni accordi legati al mancato accesso in Champions League per la stagione 2019/20 e di alcune cessioni di rilievo, come quelle di Lukaku e Sanchez all’Inter. L’effetto Coronavirus, sui conti del 2020, rimane comunque evidente: l’esercizio chiuso a giugno 2019 era tornato in attivo (dopo il rosso del 2018), ma il lockdown ha avuto il suo peso nel bilancio relativo alla passata stagione.
Sul piano operativo, l’impatto della pandemia e delle misure adottate per prevenire lo sviluppo del contagio ha avuto effetti di rilievo nei ricavi dal botteghino e televisivi. Old Trafford e il Megastore sono rimasti chiusi dal 20 marzo scorso, mentre il museo e il Red Café sono chiusi dal 17 marzo. La ripresa delle competizioni domestiche dal 17 giugno ha fatto sì che tre partite di Premier League (una in casa e due in trasferta) e una di FA Cup venissero giocate dopo la chiusura dell’esercizio, così come tutte le sfide di Europa League, rigorosamente disputate a porte chiuse. Per questo, oltre ai proventi dalla vendita dei biglietti, lo United deve fare i conti con mancati introiti televisivi. Gli effetti nefasti della pandemia sono stati parzialmente compensati dalla riduzione dei costi per le partite, per il minor numero di viaggi e per costi inferiori sulla gestione del Megastore. Data la situazione di continua incertezza, però, il Manchester United non ha fornito indicazioni in previsione del bilancio 2021.
I ricavi commerciali rappresentano ancora una volta la fetta maggiore del fatturato per ciò che riguarda il Manchester United, pari al 54,8% di tutti gli introiti relativi alla passata stagione. In totale, il club inglese ha messo in cassa 279 milioni di sterline, pari a 307,5 milioni di euro: una cifra in aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente.A rendere possibile questo passo avanti sono gli sponsor di maglia, che hanno portato in cassa 201,4 milioni di euro. L’accordo con Chevrolet, ad agosto, è stato però modificato a seguito della pandemia. In netto calo, invece, sia i ricavi televisivi (154,5 milioni di euro, il 41,9% in meno nel giro di un anno) che quelli da stadio (circa 99 milioni di euro, -19%), complice anche la mancata partecipazione alla Champions League, oltre al Covid-19. I costi operativi, inoltre, hanno subito un ribasso di 80,7 milioni di sterline (89 milioni di euro), attestandosi a 575,6 milioni di euro.
Per Ed Woodward, vicepresidente del Manchester United, “l’obiettivo rimane proteggere la salute dei colleghi, dei tifosi e della comunità”, chiaramente in riferimento agli effetti del Coronavirus sullo svolgimento dell’attività del club. “In questo contesto – prosegue – la nostra priorità è riportare i tifosi allo stadio in sicurezza e il prima possibile. Ci siamo inoltre impegnati nello svolgere un ruolo costruttivo per aiutare l’intera piramide calcistica in questo periodo di avversità, esplorando opzioni per rendere il calcio inglese più forte e sostenibile nel lungo termine. Sul campo, abbiamo rafforzato la squadra in estate e restiamo impegnati nel nostro obiettivo di vincere trofei, giocare un calcio coinvolgente, offensivo, sia con giocatori provenienti dall’Academy che con rinforzi di alta qualità, gestendo attentamente le nostre risorse per proteggere la resilienza del club a lungo termine”.