La Roma accantona il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. Il club giallorosso, nella relazione semestrale approvata dal consiglio di amministrazione, ha annunciato la propria intenzione di non portare avanti il progetto avviato nel 2012. Dopo nove anni, tra vari intoppi e modifiche, la proprietà della società capitolina ha deciso di voltare pagina. Sulla scelta di Friedkin, che comunque non abbandona l’idea di poter costruire un nuovo impianto, pesano anche le condizioni finanziarie aggravate dalla pandemia di Covid-19. Pandemia che, comunque, non ha peggiorato i conti della Roma rispetto al primo semestre dell’esercizio 2019/20: i ricavi si attestano a 98,7 milioni (circa 4 milioni in più rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente) e i costi scendono da 123,9 a 118,4 milioni di euro, con una perdita pari a 74,8 milioni (nel semestre giugno-dicembre 2019 il rosso si aggirava sugli 87 milioni di euro).
Alla chiusura degli stadi, la Roma risponde con i proventi televisivi. Se i ricavi da gare si riducono a 7,4 milioni nel primo semestre (contro i 17,2 milioni di un anno fa), quelli relativi alle tv e ai diritti d’immagine balzano da 55,5 a 64,6 milioni di euro. Nello specifico, i ricavi derivanti dai diritti televisivi del campionato di Serie A e Coppa Italia sono pari a 52,7 milioni di euro (43,2 milioni di euro al 31 dicembre 2019) e comprensivi della quota di diritti tv riconosciuta alle squadre che partecipano all’Europa League. Di questi, 20,8 milioni di euro sono relativi alla contabilizzazione delle gare del campionato di Serie A 2019/20 disputate dopo il 30 giugno. Pressoché invariati i ricavi da sponsorizzazioni (da 10,8 a 10,2 milioni), relativi ai contratti di partnership con Qatar Airways e Hyundai Motors, oltre che al contratto di partnership pluriennale sottoscritto nel settembre 2020 con IQONIQ Group Sarl. La flessione è dovuta alla risoluzione consensuale del contratto di sponsorizzazione tecnica con Nike.
Nell’abbassamento dei costi ha un ruolo decisivo la riduzione delle spese per il personale, pari a 78 milioni di euro nel primo semestre dell’esercizio in corso (mentre nei primi sei mesi dell’esercizio precedente erano pari a 83,7 milioni). I costi della
stagione sportiva 2020/21, però, sono ripartiti sulla durata di dieci mesi a causa dello slittamento dei tornei. In totale, i costi sostenuti dalla Roma negli ultimi sei mesi del 2020 si attestano a 118,4 milioni di euro, di cui 9,8 milioni di euro relativi alla contabilizzazione per competenza di quella parte di costi legati alla disputa delle gare di campionato e UEFA Europa League nei mesi di luglio e agosto 2020, oltre che in generale all’estensione della durata dalla stagione sportiva fino al 31 agosto 2020. In calo, inoltre, l’indebitamento finanziario netto, che lo scorso giugno sfiorava i 300 milioni di euro e adesso è a quota 247,9 milioni (circa 51,8 milioni in meno).
In questo scenario, per la Roma, resta da sciogliere il nodo relativo al progetto dello stadio. La nuova proprietà ribadisce la volontà di “investire, per essere competitiva, in una squadra vincente che possa giocare in un nuovo stadio moderno ed efficiente”, ma al contempo annuncia che il Cda “ha verificato che non sussistono più i presupposti per confermare l’interesse all’utilizzo dello stadio da realizzarsi nell’ambito dell’attuale progetto immobiliare relativo all’area di Tor Di Valle, essendo quest’ultimo progetto divenuto di impossibile esecuzione”. Tra le cause che hanno portato a tale decisione, l’impatto della pandemia sulle prospettive finanziarie del progetto. “Ciò posto – si legge inoltre nella relazione – la Società conferma l’intenzione di rafforzare il dialogo con l’Amministrazione di Roma Capitale, la Regione e tutte le Istituzioni preposte, le Università di Roma e le Istituzioni sportive, per realizzare uno stadio verde, sostenibile ed integrato con il territorio, discutendo in modo costruttivo tutte le ipotesi, inclusa Tor di Valle, e valutando tutte le possibili iniziative a tutela degli interessi della Società, di tutti i suoi azionisti e dei suoi tifosi”.