Servivano 32 voti a favore, ne sono arrivati 38: la Liga e il fondo Cvc possono ratificare il loro accordo. L’Assemblea della Liga ha dato il via libero definitivo al progetto “LaLiga Impulso”, che aveva già ottenuto l’approvazione unanime da parte della Commissione Delegata. Sono solo quattro i club ad essersi opposti all’operazione: alle già note rimostranze di Real Madrid e Barcellona si sono unite anche l’Athletic Club e l’Oviedo, quest’ultimo militante in Segunda Division. Le ragioni di chi ha osteggiato l’intesa, tra cui anche la Federcalcio spagnola, sono legate ai termini contrattuali previsti: la creazione di una newco, tramite cui gestire i diritti media della Liga, per i prossimi 50 anni in cambio del 10,95% del capitale della stessa struttura. Un’operazione che ricalca quella non andata in porto tra lo stesso fondo Cvc e la Lega Serie A, che in passato ha avviato le trattative per la nascita di una media company.
Per Javier Tebas, presidente della Liga, l’opposizione di Real Madrid e Barcellona «va vista in chiave Superlega». Sia i madridisti che i catalani avevano accusato la Liga di volere ipotecare i loro diritti televisivi, ma la risposta di Tebas non si è fatta attendere: «È un problema culturale, credono che i grandi club debbano comandare tutto. E non solo comandare, ma pure giocare tra di loro». Non è mancata una frecciata a Laporta, presidente del Barça: «Al Barcellona sarebbero andati 275 milioni da questo accordo. Non conosco le cifre della loro massa salariale, ma se avessero accettato questo tipo di finanziamento, avrebbero avuto quasi 40 milioni che li avrebbero aiutati ad avere una squadra più competitiva, con Messi o con un altro». In generale, sull’operazione con Cvc, Tebas si dice infine convinto «che LaLiga Impulso sia la risposta alle sfide che dovremo affrontare nel medio e lungo periodo. È un accordo strategico che andrà a dotare i nostri club di maggiori capacità, trasformerà il loro modello di gestione e ci permetterà di avere una competizione più attrattiva. È l’impulso necessario per trasformare la Liga in un’impresa globale di intrattenimento digitale, proprietaria della competizione calcistica più emozionante al mondo».
L’accordo riguarderà solamente i 38 club che hanno dato il via libera all’operazione, quindi tutte le società di Primera e Segunda division ad eccezione di Real Madrid, Barcellona, Athletic Club e Oviedo. Le restanti società riceveranno fino a un massimo di 2,6675 miliardi di euro. Questi club si impegnano a destinare il 70% di quel che riceveranno nell’ambito di questo progetto ad investimenti vincolati sia sulle infrastrutture, sia sulla innovazione tecnologica, potendo disporre fino a un 15% addizionale per la registrazione di nuovi tesserati e fino a un altro 15% per la ristrutturazione del proprio debito finanziario. Il capitale investito da Cvc nella Liga si concentrerà direttamente sui club per il 90% del suo totale. Il Barcellona, con un comuncato, ha ribadito la propria contrarietà e continua a definire l’operazione una «ipoteca patrimoniale».
Se da un lato le opposizioni da parte di Real Madrid e Barcellona erano già messe in preventivo, dall’altro emerge quella di un altro club storico come l’Athletic Club. «Non condividiamo il momento – si legge in una nota del club di Bilbao – un progetto strategico di 50 anni non dovrebbe essere prigioniero delle emergenze. Né condividiamo i tempi, con due settimane per valutare una proposta generica, senza possibilità di introdurre suggerimenti o modifiche per un’operazione di oltre 150.000 milioni e un impegno di 50 anni. I dati forniti dalla Liga rivelano che Cvc investe 2.668 milioni, senza rischi evidenti. Recupera il suo investimento in 10 anni e i club hanno bisogno di 50 stagioni. Oltre a ipotecare qualcosa di nostro, con enorme rigidità negli obblighi con i fondi e mancanza di flessibilità per utilizzarli, rinunciamo ai proventi dei diritti audiovisivi sui quali oggi abbiamo piena capacità di gestione. Riconoscendo le capacità che Cvc potrebbe portare come partner, le negoziazioni individuali non consentono di massimizzare il valore delle transazioni».