La lunga rincorsa del Südtirol è giunta a buon fine. Il club altoatesino ha vinto il proprio girone di Serie C e ha ottenuto la promozione diretta in Serie B, riportando la città di Bolzano tra i cadetti per la prima volta dal 1948, quando ancora il campionato non si disputava in un girone unico. Un risultato al quale la dirigenza del club lavora da anni, così come le amministrazioni locali, che si sono adoperate per rendere lo stadio “Druso” compatibile agli standard richiesti dalla Lega B. Un impegno da 18 milioni di euro complessivi, che ha portato l’impianto a svelare la sua nuova veste giusto un paio di settimane fa, prima dello scontro diretto col Padova che ha avvicinato ulteriormente i tirolesi alla Serie B. La promozione è arrivata all’ultima giornata, grazie al successo ottenuto dagli uomini di Javorcic sul campo della Triestina, che ha permesso loro di consolidare il primo posto nel girone A, con un bottino complessivo di 90 punti.
La nuova capienza del “Druso” è fissata a 5.539 spettatori, in linea con i criteri infrastrutturali previsti per la partecipazione al campionato di Serie B (che prevedono un minimo di 5.500 posti a disposizione negli impianti del torneo cadetto). I lavori, iniziati nell’aprile 2019, si sono conclusi di recente, in previsione di un’imminente promozione del Südtirol in Serie B. Negli anni passati, i bolzanini sono andati vicini all’obiettivo in diverse occasioni, sempre tramite play-off: nel 2014 ha perso la finale contro la Pro Vercelli, mentre nel 2013 e nel 2018 è stato estromesso dalla corsa all’ultimo posto utile per la Serie B in semifinale. Un anno dopo quest’ultima delusione, sono iniziati i lavori per adeguare l’impianto agli standard della seconda divisione, rimarcando ulteriormente come l’obiettivo della società presieduta oggi da Gerhard Comper fosse quello di fare il salto di categoria.
In tre anni di lavoro, i costi per l’adeguamento del “Druso” hanno superato i 18 milioni di euro. Di questi, 13,2 milioni sono stati finanziati dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che ha investito sulla struttura per poter ospitare nuovamente il campionato di Serie B a 74 anni dall’ultima volta in cui il torneo di seconda serie è sbarcato nel capoluogo altoatesino. Il progetto della Dejaco & Partner ha previsto il parziale mantenimento delle due tribune, il rifacimento del campo di gioco in erba naturale (105m x 68m) con impianto di riscaldamento. Al piano terra della tribuna Zanvettor si trovano gli spogliatoi, la sala stampa e altre infrastrutture di servizio. I lavori di realizzazione e ristrutturazione sono stati eseguiti dalla Mak Costruzione di Lavis e dalla Mader di Vipiteno. Sempre nel 2019, inoltre, è stata rimossa la pista d’atletica all’esterno del campo di gioco.
Oltre all’investimento sullo stadio, per poter contare sin da subito su una struttura in linea con i parametri della Serie B, il Südtirol sbarca tra i cadetti con un modello societario atipico per quanto visto finora nelle principali categorie del calcio italiano. Il 90% è in mano a trenta soci, tutti legati al territorio, con circa 170 partner che sponsorizzano il club. Il restante 10% è invece dell’AFC Südtirol, un’associazione sportiva dilettantistica aperta alle iscrizioni dei comuni cittadini, il che la rende una vera e propria espressione di azionariato popolare (con circa 800 adesioni) e può vantare un rappresentante nel Cda. Può sembrare uno stereotipo, data anche la questione del bilinguismo, ma quello del Südtirol è a tutti gli effetti un modello tedesco di far calcio. Un modello che da oggi ha portato Bolzano e l’Alto Adige in Serie B.