Il Milan ha intenzione di costruire uno stadio di proprietà da almeno 60mila posti nell’area di Rho dopo l’Expo del 2015. Una volontà espressa dalla società in una lettera ufficiale inviata ad Arexpo e che permette ai rossoneri di mettersi in posizione di vantaggio rispetto all’Inter, interessata alla stessa area. L’incontro tra Erick Thohir e il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, non ha sortito infatti alcuna richiesta ufficiale, a differenza di quella avanzata da Barbara Berlusconi e Adrian Galliani. In tutto questo resta aperta la questione San Siro, con lo stadio che potrebbe essere venduto ad una delle due società.
La disponibilità ad acquistare il terreno in zona Expo da parte del Milan è nota già da ottobre. Un’ipotesi nata a seguito di un colloquio tra Barbara Berlusconi e il Presidente del Coni, Giovanni Malago. Da lì si sono intensificati i rapporti con la Regione Lombardia, fino alla lettera spedita il 19 novembre con destinatario Arexpo. Il testo della lettera è chiaro: “la Nostra Società sta valutando l’opportunità di realizzare nella città di Milano un impianto sportivo, di utilizzo continuo nel corso dell’anno, con capienza minima di 60.000 spettatori e spazi per servizi di supporto ed accessori”. Da Arexpo fanno sapere di aver ricevuto la richiesta del Milan e di aver raggiunto “un accordo unanime sull’opportunità di confermare l’interesse a proseguire, nelle prossime settimane, gli approfondimenti analitici e di metodo su tale proposta e su altre che pervenissero nel quadro delle compatibilità indicate nelle linee guida e nel masterplan approvati, in un quadro di unitarietà dell’intervento complessivo”.
Conferme arrivano da Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia: “È stata presentata una manifestazione di interesse del Milan. Arexpo valuterà le proposte che sono state fatte per l’utilizzo dell’area a partire dal 2016”. Nei giorni scorsi lo stesso Maroni ha incontrato Erick Thohir, e non ha escluso l’interesse dell’Inter alla stessa area: “Non ha detto sì, ma nemmeno no. Questa era la cosa più importante, d’altronde le strutture si inizieranno a costruire nel 2016. È confortante sapere che l’Inter non esclude questa prospettiva”.
Da qui al 2016, però, Milan e Inter dovranno ancora “convivere” a San Siro. La convenzione con il Comune di Milano per l’affitto dell’impianto, circa 9 milioni all’anno versati dai due club al netto di una serie di spese di ammodernamento dell’impianto scomputate dal canone, scade nel 2030, ma già nel 2016 potrebbe essere rescissa se andasse avanti una delle due “proposte”.
Con il trasferimento di una delle due squadre a Rho, non è assolutamente da escludere l’ipotesi dell’acquisto del Meazza da parte dell’altra. Oltre allo stadio, il pacchetto potrebbe prevedere l’acquisto della adiacente struttura del trotto (anche lì le trattative vanno avanti da un po’) che potrebbe essere rivalutata ed adibita ad area hospitality e commerciale.
Fino alla scorsa settimana sembrava essere l’Inter il club più propenso al trasloco. Sembrava, perchè chi conosce i piani di Thohir sa bene che lo stadio non è tra le priorità della cordata indonesiana. Prima vengono il risanamento dei conti e il rilancio stabile della squadra a livello internazionale. Il Milan ha sempre manifestato un interesse relativo verso l’ipotesi del trasferimento preferendo di gran lunga la modernizzazione e la rivalutazione di San Siro, uno dei templi del calcio mondiale. Gli importanti lavori di ristrutturazione che i due club stanno portando avanti al Meazza rispondono a questa logica. Certo, è imprenscindibile avere aree limitrofe attrezzate per l’accoglienza dei tifosi e per lo sviluppo di iniziative commerciali, parcheggi, servizi di ristorazione accessibili a prescindere dall’evento del match.
I costi di una ristrutturazione dell’area San Siro di questo tipo e con queste finalità potrebbero essere di circa 150 milioni. Divisi fra i due club rappresentano una spesa fattibile, magari incentivata dalla partecipazione dei privati. Costruire un nuovo stadio moderno e redditizio significa avere almeno 60mila posti e mettere a budget un esborso di almeno 300 milioni di euro. La fattibilità finanziaria delle iniziative, perciò, non richiede altri commenti. Certo, non è lo stadio di proprietà, ma avere Milan e Inter a San Siro garantirebbe oltre 50 eventi all’anno e un impianto sfruttato in modo consono, al di là delle difficoltà della “convivenza”, consentirebbe di aumentare i ricavi con un’attesa minore di quella che richiederebbe il trasloco in un impianto di proprietà nuovo di zecca, che nel migliore dei casi, non sarebbe pronto prima del 2018. Nel frattempo si dovrebbe giocare per almeno altri 4 anni in San Siro non più oggetto di risanamento e quindi con scarse prospettive di incremento della voce ricavi da stadio rispetto a quelli attuali (circa 33 milioni per il Milan a stagione e una ventina per l’Inter senza Champions, stando agli ultimi bilanci disponibili).
Vedremo se l’eventuale varo della legge stadi potrà cambiare (come auspicabile) il quadro, ma al momento questo strano derby per il nuovo stadio sembra soprattutto l’emblema di reciproche manovre di disturbo.