Massimo Moratti e Erick Thohir si vedranno presto, la prossima settimana, al massimo entro la prima decade di luglio. Il patron nerazzurro uscendo dal cda serale ha confermato che "c'é buona volontà delle parti per definire tutto" e che, perciò, "il discorso va avanti".
Le trattative condotte nelle ultime settimane con l'assistenza di studi legali e boutique d'affari nel riserbo generale sembrano aver avvicinato le parti preludendo a un accordo proficuo. I tempi lunghi dei colloqui e la pluralità di dettagli oggetto di discussione lasciano presumere altresì che sia prevalsa l'ipotesi di un compromesso, quello che in questo blog abbiamo chiamato "piano B". Vale a dire la cessione graduale di pacchetti azionari (si partirebbe da un 30/40%) che nel giro di qualche anno dovrebbero portare gli indonesiani a raggiungere la maggioranza della società. Moratti che, in ogni caso, dovrebbe mantenere la presidenza nerazzurra, è riuscito evidentemente a persuadere Thohir sui vantaggi derivanti da un ingresso "softly" nel calcio italiano e dal lavorare insieme (almeno per un periodo) per ridare slancio al team. Nelle prossime ore saranno limate, perciò, cifre e quote. La difficoltà principale in questa direzione resta quella di stabilire anticipatamente le somme di una scalata "pacifica", dipendendo il valore futuro della società da fattori troppo volubili a cominciare dal ritorno sul palcoscenico europeo con la possibilità di accedere ai ricchi introiti della Champions. Alla fine si potrebbe anche decidere di non legarsi le mani e di risedersi al tavolo, magari fra un anno, per stabilire prezzo e percentuali.
Nel prossimo vertice Moratti potrà anche mostrare al tycoon indonesiano i risultati del bilancio chiuso al 30 giugno 2013. Se è vero infatti che il deficit sarà ancora molto consistente (intorno ai 50 milioni, ma secondo alcuni rumors si potrebbe trattare anche di un rosso più elevato), è altrettanto vero che tra tagli alla rosa, diluizione dei vecchi (faraonici) ingaggi e contrazione degli ammortamenti potrebbero esserci risparmi per una cifra di 70/80 milioni. Una boccata d'ossigeno che permetterebbe di comprimere la necessità di nuovi capitali a 40/50 milioni.