Nulla di fatto. L'assemblea della Lega di serie A chiamata a fissare le regole per la ripartizione dei diritti tv 2012-2015 (oltre tre miliardi nel triennio) si è conclusa con la riconvocazione per lunedì prossimo. "Il lavoro fatto oggi prima dal consiglio di Lega e poi direttamente dall'assemblea – ha spiegato il presidente Maurizio Beretta – ha fatto emergere quattro diverse proposte che si debbono ora scrivere e depositare entro giovedì in modo che possano essere esaminate con calma dalle società con la speranza, evidentemente, di costruire un sola proposta in tempo per l'assemblea. L'ambizione è quella di definire i criteri per i prossimi tre anni".
Beretta ha chiarito che non può essere automaticamente utilizzato l'accordo che ha retto la ripartizione dei diritti per i primi due anni dopo l'entrata in vigore della legge Melandri. "La legge stabiliva parametri certi per il primo biennio e cioè la suddivisione di parti uguali del 75% e si discuteva quindi del restante 25% relativo al bacino di utenza. Ora, con l'esclusione del 40% che non è modificabile, il resta diventa un esercizio complesso, nel quale possono essere trovati meccanismi nuovi".
I nodi. Il tema di fondo è la meritocrazia, vale a dire quanto spazio (e quindi soldi) assegnare ai risultati ottenuti sul campo negli ultimi tre/cinque campionati, in luogo di altri parametri come quello legato alla popolazione residente nel comune (oggi al 5%). Inoltre, si discute della quota di mutualità verso le serie minori (circa 170 milioni, pari al 10% degli introiti tv) e di quella solidarietà che viene garantita alle squadre che retrocedono dalla A alla B (oggi versata in proporzione ai ricavi di ciascun club). Si sta profilando l'ennesima "spaccatura a geometria variabile" con le big (Juve, Milan, Inter, Napoli, Roma e Lazio) contro le società medio-piccole.
Nuova presidenza. La Lega di Serie A ha anche la scadenza relativa alle elezioni per la presidenza, elezioni che debbono essere obbligatoriamente svolte entro la fine dell'anno. Nell'incertezza generale nuovi candidati(nei corridoi si continua a fare il nome dell'ex presidente della Roma Rosella Sensi e dell'ex ad dell'Inter, Ernesto Paolillo) non ne sono ufficialmente emersi, mentre sempre più consistente è l'ipotesi che alla fine venga chiesto proprio a Maurizio Beretta di svolgere un nuovo mandato, nonostante il doppio incarico in Unicredit. "Ora è giusto lasciar lavorare i presidenti nel massimo di serenità – ha chiarito a riguardo Beretta – per capire quale sia il profilo più utile per la carica del presidente di Lega".