Sono stati condannati oggi a dieci anni e mezzo tre ex dirigenti di calcio cinesi dopo essere stati giudicati colpevoli di aver intascato tangenti. Nan Yong, ex capo della Federcalcio cinese, è stato condannato per aver accettato 17 mazzette per un totale di 235.000 dollari e Xie Yalong, predecessore di Nan, ha subito la stessa condanna per per aver intascato 273.000 dollari in 12 tangenti. Xie ha sostenuto di essere stato costretto ad ammettere reati più gravi di quelli realmente
commessi in seguito a torture, ma la polizia del Liaoning ha smentito l'accusa. L'ultima condanna ha riguardato Wei Shaohui, ex team manager ella nazionale cinese, condannato anche lui a dieci anni e mezzo di reclusione.
Nella giornata di oggi sono stati condannate, tra ex giocatori e funzionari, anche altre sette persone. Tra questi vanno citati i nomi di calciatori di livello internazionale come Shen Si, Qi Hong, Jiang Jin e Li Ming, condannati per aver intascato complessivamente 1,27 milioni di dollari nella partita truccata del 2003 tra Shanghai Guoji e Tianjin Teda. Shen è stato condannato a 6 anni di carcere mentre gli altri tre ex giocatori a cinque anni e mezzo.
Come se non bastasse, lo scorso febbraio quattro dei migliori arbitri cinesi sono stati condannati a sette anni di carcere per corruzione e per combine di partite. Secondo una stima fatta dai media cinesi, le scommesse illegali sulle partite di calcio e su altri sport portano in Cina un traffico annuo di circa 160 miliardi di dollari. Nonostante i tribunali cinesi negli ultimi tempi stiano condannando decine di funzionari, di calciatori e di arbitri, da oltre un decennio il calcio cinese è vittima del gioco d'azzardo e delle partite truccate. L'agenzia di stampa Xinhua, però, ha avvertito che questa volta si tratterá di "una virgola e non di un punto nella lotta alle partite truccate, alla corruzione e al gioco d'azzardo. Ci vorrá molto tempo per risolvere il problema perchè l'attuale sistema calcistico è un focolaio di corruzione", ha aggiunto Chen Peide, ex dirigente sportivo da lungo tempo impegnato nella lotta alla corruzione.