Il rilascio della tessera del tifoso da parte del Napoli Calcio nasconde l'esistenza di una pratica
commerciale "aggressiva", seppure non "ingannevole". Lo ha stabilito la prima sezione del Tar del Lazio, presieduta da Roberto Politi, decidendo su un ricorso proposto dal Codacons per contestare il provvedimento con cui l'Antitrust, il 4 maggio dello scorso anno, archiviò la sua segnalazione riguardante l'esistenza di pratiche commerciali scorrette collegate al rilascio della tessera.
I giudici amministrativi hanno riservato all'Autorità di rivalutare la questione. Il Codacons, con la sua sollecitazione all'Antitrust, stigmatizzò il fatto che, a suo avviso, alcune società avevano predisposto moduli standard per il rilascio della tessera che comportavano anche l'emissione di una carta di credito ricaricabile. L'Autorità archiviò la segnalazione.
Di qui il ricorso al Tar, i cui giudici hanno ritenuto che "l'abbinamento inscindibile, e non declinabile dall'utente – si legge nella sentenza – tra tessera del tifoso del Calcio Napoli e un contratto con il partner bancario per il rilascio di una carta di credito revolving integri una fattispecie di pratica commerciale aggressiva. Il comportamento posto in essere dal club Napoli si concretizza certamente in un indebito condizionamento, tale per cui la libertà di scelta degli utenti tifosi è limitata considerevolmente, se non esclusa del tutto". La conclusione è "l'accoglimento delle censure concernenti la qualificazione in termini di aggressività della pratica commerciale in oggetto", pur escludendo che "la condotta posta in essere dal club Napoli abbia potuto integrare carattere di ingannevolezza". In definitiva, il Tar ha accolto in parte il ricorso, demandando all'Autorità di rivalutare la questione.
Lo scorso dicembre il Consiglio di Stato, accogliendo un appello del Codacons e di Federsupporter, stabilì l'illegittimità della 'tessera del tifosò così come prevista, ordinando al Tar del Lazio di fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso proposto.