Senza defibrillatori la Lega Pro domenica si fermerà. L'ultimatum è stato lanciato dal direttore generale Francesco Ghirelli. "Entro giovedì vogliamo una dichiarazione scritta dai presidenti sulla disposizione, data a inizio stagione, che richiedeva la presenza in campo dei defibrillatori
in prima e seconda divisione. Altrimenti non si gioca".
Sui campi di A e B, la presenza dello strumento per il pronto soccorso che tutti i cardiologi, alla luce del caso Morosini, oggi giudicano imprescindibile, è prevista come indispensabile. Le società ne devono indicare la presenza nel piano sanitario che confluisce nel piano di sicurezza da sottoporre alla Questura, sottolinea la Federcalcio, e senza il quale le partite delle due massime divisioni non possono aver luogo. Ambulanza e defibrillatore sui 42 campi dei due campionati.
In Lega Pro una direttiva in proposito è stata diffusa a inizio stagione. Ghirelli ha detto di aver incontrato Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva: "Abbiamo
deciso di varare in settimana un protocollo con la Federazione, che abbia al centro il sistema di gestione dell'emergenza in campo. Organizzazione, formazione ed intervento, dall'idoneità
dei giocatori a quella dello stadio".
Una rapida ricognizione su alcuni tra i 77 club della Lega Pro rivela situazioni d'eccellenza. Come il Perugia. Allo stadio 'Renato Curì i defibrillatori sono addirittura quattro, sistemati in diversi strategici dell'impianto come lo spogliatoio e la sala medica. Ce n'è poi uno portatile che segue la squadra in trasferta. E lo staff medico è stato addestrato all'uso.
Non in tutti i campi però la situazione è così incoraggiante. Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, ha fatto il punto della situazione: "La giornata di stop è stata decisa per riflettere, per darci la possibilitá di fare qualcosa in più rispetto a quello che giá facciamo. Non ho mai avuto dei dubbi sulla preparazione delle societá di Lega Pro, un mese fa durante una riunione abbiamo parlato con le squadre sui defibrillatori, domenica sera in funzione di questa tragedia ho fatto una lettera a tutti i presidenti per sapere se tutte le societá fossero munite di defibrillatori e di persone in grado di farlo funzionare: ove non ci fossero le partite non si possono giocare perchè la regola è questa".
"Per giocare a calcio nel gioco professionistico - ha aggiunto Macalli -bisogna rispettare delle norme, chi le rispetta gioca altrimenti è giusto non si faccia. Queste tragedie ci ricordano a tutti che ci sono 700 mila tesserati e bisogna salvaguardare la sicurezza, in Italia siamo avanti ma bisogna migliorare comunque. Una possibile soluzione sarebbe quella di fare un esame sull'utilizzo del defibrillatore per i nuovi allenatori, la federazione può dedicare le proprie risorse per mettere in condizione di lavorare al meglio".