«Ci siamo subito resi conto che era in arresto cardiaco e abbiamo immediatamente iniziato il massaggio, in attesa che arrivassero l'ambulanza e i soccorsi. Poi ho saputo che il ragazzo non si è mai ripreso, nonostante al pronto soccorso gli fosse stato applicato un pacemaker provvisorio. Dopo un coma farmacologico di circa mezz'ora è subentrata la morte. È stato fatto tutto il possibile, non c'era altro da fare».
Questo il racconto a Radio Sportiva del medico sociale del Pescara, Ernesto Sabatini, il primo a soccorrere Piermario Morosini. «Noi abbiamo visto questo ragazzo che sembrava scivolare, poi si è rialzato, poi ha avuto tipo delle convulsioni e si è accasciato. Sono entrato subito in campo e quando l'ho soccorso era già rigido. Vedremo dopo l'autopsia le cause certe del decesso», afferma il medico pescarese. «Dell'ambulanza ostacolata da una macchina dei vigili ho saputo dopo, sul campo durante i soccorsi non mi sono nemmeno reso conto del tempo che è trascorso. È stata
una scena davvero tremenda, con tutti i ragazzi del Livorno chiusi in una stanza straziati dal dolore. Sugli spalti invece non c'è stato nessun malore, anche se inizialmente sembrava».