"Sono sereno e tranquillo, ma non posso parlare per il codice di giustizia sportiva. L'interrogatorio è durato tanto perché ci sono state molte domande, ma i tifosi laziali possono stare tranquillissimi". Con queste parole il centrocampista della Lazio, Stefano Mauri, al termine dell'interrogatorio davanti agli investigatori della procura federale, a Roma, in merito all'inchiesta sportiva sul calcioscommesse, ha cercato rassicurare la piazza biancoceleste. Il giocatore è stato sentito per circa tre ore e mezzo anche su Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, le ultime due partite dello scorso campionato di serie A.
"I tifosi non devono dubitare di me". Anche osì Brocchi all'uscita dalla Procura federale ha voluto tranquillizzare i supporter biancocelesti sull'audizione in cui ha chiarito la propria posizione sulla vicenda del calcioscommesse. "È meglio che non parli, potrei dire cose sconvenienti", ha aggiunto Brocchi, dopo quasi cinque ore di interrogatorio.
"La Lazio in questa vicenda non c'entra nulla. Mauri l'ho visto serenissimo, caricatissimo e una persona con sensi di colpa non avrebbe quel rendimento, quella serenità e questo conferma la verità di quello che ha sempre detto al presidente e alla società". Così il legale della Lazio, Gian Michele Gentile, sulla posizione di Mauri e Brocchi, anche lui sentito dalla Procura federale. L'avvocato della società biancoceleste auspica poi una revisione delle norme legate alla responsabilità oggettiva: "Se un calciatore rema contro la società è mai possibile che ne risponda la società stessa? Se c’è una colpa è in vigilando, che riguarda un mancato controllo ma se un calciatore fa una rapina, la società deve risponderne o deve essere risarcita? Con il buonsenso il Coni dovrebbe rivedere la norma".