Il Dl stadi viene convertito in legge. Il via libera definitivo è arrivato dal Senato ieri con il voto di fiducia posto dal Governo. Le principali novità riguardano il Daspo di gruppo, l’arresto differito, il contributo dall’1 al 3% dei ricavi da stadio per la sicurezza da parte dei club di calcio, e la possibilità per i poliziotti di utilizzare il ‘taser’, cioè la pistola elettrica.
Il nuovo Daspo. Il divieto di accesso allo stadio varrà per almeno tre anni nei confronti dei responsabili di violenze di gruppo (ove sia accertata una partecipazione attiva del singolo) e da 5 a 8 anni (con obbligo di presentarsi in commissariato) nel caso dei recidivi. Il Daspo potrà essere applicato anche a chi è stato denunciato o condannato per l’esposizione di striscioni offensivi o violenti o razzisti, per reati contro l’ordine pubblico e altri delitti gravi come ad esempio rapina, detenzione di esplosivi, spaccio di droga. Il Daspo, a prescindere da denunce o condanne, potrà comunque colpire chi partecipa anche all’estero a scontri o minacce mettendo a rischio la sicurezza o l’ordine pubblico.
Frode sportiva. Aumentano sensibilmente le pene per la frode in competizioni sportive: chi compra o vende una partita potrà rischiare in futuro fino a 9 anni di carcere. L’inasprimento, che riguarda sia l’ipotesi base della frode sportiva sia la fattispecie aggravata che scatta in caso di combine che influiscono su scommesse autorizzate, consente l’uso di intercettazioni e legittima l’arresto facoltativo in flagranza e le misure cautelari in carcere.
Altre misure anti-violenti. Divieto di trasferta per uno o due campionati nel caso di gravi episodi di violenza: il ministro del’Interno, per una durata fino a due anni, potrà infatti chiudere il settore ospiti e vietare la vendita di biglietti ai tifosi che risiedono nella provincia della squadra avversaria. Il cosiddetto arresto in flagranza differita (48 ore) è consentito ora anche contro chi intona cori o innalza striscioni che incitano alla discriminazione razziale o etnica. Alla pari dei mafiosi e terroristi, i daspati recidivi e gli ultrà pericolosi potranno essere sottoposti dal tribunale alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, integrata se necessario da altre misure di prevenzione quali il divieto o l’obbligo di soggiorno. In via sperimentale alla polizia sarà, infine, data in dotazione la pistola elettrica. La sperimentazione dovrà però avvenire con le necessarie cautele per la salute e secondo principi di precauzione.
Sicurezza a carico dei club. Le società sportive dovranno versare una quota dell’incasso (dall’uno al 3%) per pagare gli straordinari degli agenti addetti alla sicurezza. Il Governo fisserà entro 60 giorni il prelievo che potrà variare da un minimo di 2 a un massimo di 6 milioni. La prospettiva di legare la “tassa” al fatturato complessivo dei club recuperando il totale di 25 milioni indicato inizialmente come “fabbisogno” del provvedimento è stato depotenziato a ordine del giorno nel corso dei lavori parlamentari.
La reazione della Lega. “Confermo l’apprezzamento per i contenuti del provvedimento sicurezza, anche perché sostanzialmente concordati tra le istituzioni e le componenti dello sport, ma quella imposta per coprire i costi è iniqua”. Questo il commento di Maurizio Beretta, presidente della Lega di A. “Questi contenuti – ha aggiunto Beretta – rafforzeranno la sicurezza negli impianti e la vita dei tifosi perbene sarà migliore. Sarà più agevole anche il contrasto a quelle piccole minoranze che con comportamenti inaccettabili fanno del male a tutto il mondo del calcio. Purtroppo in questo provvedimento è stato inserito il punto del prelievo degli incassi da stadio dei club per coprire i costi della sicurezza che non ci trova assolutamente d’accordo. Ribadisco: il calcio italiano (e in particolare la serie A) è un contribuente molto importante e assicura all’erario entrate dirette e indirette significative. Già da tempo inoltre copre tutte le spese relative alla sicurezza all’interno degli impianti”.